Almeno una mezza dozzina le autostrade bloccate dai trattori, almeno altrettante strade nazionali, soprattutto nel sud-ovest della Francia, epicentro della mobilitazione. I nuovi focolai di protesta degli agricoltori si moltiplicano ormai in tutto il paese, dalla Normandia all’Alsazia. Quando non sono blocchi stradali, sono azioni dimostrative con balle di fieno e concimi versati davanti alle Prefetture o alle Camere dell’Agricoltura, sotto le insegne dei due sindacati agricoli, Confedération Paysanne e Coordination Rurales, insieme ai maggioritari che difendono principalmente i piccoli agricoltori e i piccoli allevatori.
La protesta è cominciata per opporsi all’abbattimento integrale delle mandrie contaminate dalla DNC, la dermatite nodulare contagiosa, ordinato fin qui dal Ministero dell’agricoltura per preservare l’insieme degli oltre 16 milioni di bovini francesi, e si è allargata anche su altre linee di frattura che disegnano la crisi dell’agricoltura in Francia e in Europa. Quest’anno, per la prima volta da più di 50 anni, la bilancia commerciale dell’agricoltura della Francia, prima potenza agricola dell’Unione, sarà negativa.
Dalle conseguenze della guerra in Ucraina alla guerra doganale scatenata dall’amministrazione Trump e l’opposizione strenua contro l’accordo di libero scambio con i paesi sudamericani del Mercosur, che domani riunirà più di 10.000 agricoltori europei in manifestazione a Bruxelles, di cui una buona metà francesi. Il governo transalpino, per abbassare la tensione a qualche giorno dalle feste natalizie, sospende l’abbattimento integrale sistematico delle mandrie infettate e promette di opporsi alla ratificazione immediata degli accordi Mercosur.
di Francesco Giorgini, da Parigi


