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Decreti Sicurezza, a che punto siamo con le modifiche? Parla la senatrice De Petris

orizzonte mare

Da mesi si parla ormai di modificare i decreti Sicurezza voluti da Matteo Salvini, ma a che punto sono le trattative nella maggioranza di governo? Ne abbiamo parlato con la senatrice di Liberi e Uguali Loredana De Petris.

L’intervista di Lorenza Ghidini e Roberto Maggioni a Prisma.

Abbiamo letto che ci sono state già due riunioni e ce ne sarà una la prossima settimana. A che punto è il confronto?

Il confronto era iniziato prima della pandemia, poi si è bloccato. La Ministra Lamorgese aveva preparato una bozza e noi stiamo lavorando e discutendo su questa bozza.
Il lavoro della Ministra è una buona base di partenza che ha bisogno di essere ulteriormente modificate, in particolare sull’aspetto dell’abolizione della protezione umanitaria, la terza forma dopo asilo e protezione sussidiaria, che ha prodotto una situazione molto grave: ha reso invisibili quelle persone che avevano questo permesso di soggiorno con gravi problemi di lesioni di diritti e di sicurezza, anche quella sanitaria.
Noi abbiamo avanzato delle proposte in merito ai permessi di protezione, allargando il ventaglio della possibilità dei permessi che già nella bozza di Lamorgese erano presenti.
La seconda questione per noi assolutamente fondamentale è quella dei soccorsi in mare. Anche lì non si applicano i divieti nel momento in cui vi è un’operazione di soccorso, come indicato nella bozza, ma la nostra proposta è finalizzata a renderla ancora più coerente con le convenzioni internazionali.
La terza questione è il ripristino del sistema di accoglienza SPRAR che di fatto era stato smantellato dai decreti di Salvini, preferendo un sistema che puntava fortemente all’integrazione con la prima e la seconda accoglienza a scapito dell’integrazione e favorendo un sistema di centri molto grandi e concentrati. Questi sono i tre assi su cui noi ci siamo mossi, poi ci sono altre questioni altrettanto importanti e serie.
Il lavoro e il confronto su questo sono stati abbastanza positivi, ma rimane il nodo politico.

E il Movimento 5 Stelle?

Col Movimento 5 Stelle il confronto è positivo su queste questioni, ma non lo è per quanto riguarda i tempi di revisione dei decreti, perché i Cinque Stelle, anche se nella riunione di ieri è stato fatto un passo in avanti, continuano a ritenere più opportuno modificarli dopo l’estate. E noi su questo non siamo d’accordo perché stiamo già aspettando da molto tempo. Riteniamo che sia assolutamente necessario e a nostro avviso non si può aspettare oltre.

Forse c’è la paura del Movimento 5 Stelle che con l’estate riprendano gli sbarchi.

Sì, però allora non c’è mai il periodo giusto. A maggior ragione riteniamo più opportuno, anche da un punto di vista politico, intervenire adesso. Al di là di queste valutazioni è evidente che è passato quasi un anno dall’insediamento di questo governo.

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    Violenza stradale, numeri un po' in calo. Il rimedio: l’educazione e diminuire la velocità

    L’Istat ha pubblicato i report sugli scontri stradali, su base regionale (relativi al 2024) e anche alcuni dati sui primi sei mesi di quest’anno. Ci sono meno feriti e meno vittime sulle strade, anche se i numeri restano ancora drammaticamente elevati. Secondo l’Istituto di Statistica nel primo semestre del 2025 i morti sono stati 1310 (si parla di morti per scontri stradali se il decesso avviene entro 30 giorni dall’evento, quindi sono escluse le persone che muoiono, nonostante la causa siano le conseguenze dello scontro, oltre quel limite temporale) contro i 1406 dello stesso periodo dell’anno precedente. I feriti sono stati 111090, anche in questo caso in calo rispetto al 2024, quando erano stati 112428. Gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di riferimento, che è il 2019. In Italia al momento registriamo una diminuzione del 4,5% (in Lombardia del 12,6). Bisogna ancora fare molto per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Uno degli aspetti fondamentali, oltre la diminuzione della velocità, è l’incremento dell’educazione stradale. Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, morto nel 2010 a causa di un omicidio stradale a Firenze ha fondato l’associazione Lorenzo Guarnieri, che da anni si impegna a portare avanti un discorso di educazione. Alessandro Braga lo ha intervistato nella trasmissione Tutto Scorre.

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    Nubi sull'università italiana: si moltiplicano le adesioni alle università private telematiche, mentre alle statali il governo Meloni taglia i fondi. Ospite l'economista Gianfranco Viesti. E poi, il caso Raiplay Sound, la censura nei confronti di un podcast – prima autorizzato e poi annullato - sulla storia di Margherita Cagol, una delle fondatrici delle Brigate rosse. A Pubblica Nicola Attadio, uno degli autori insieme al giornalista Paolo Morando e al musicista Matteo Portelli.

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