Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Sabato 11 aprile 2020

appello sergio mattarella

Il racconto della giornata di sabato 11 aprile 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dall’analisi dei dati dell’epidemia di Vittorio Agnoletto al messaggio di buona Pasqua di Sergio Mattarella, mentre i contagi in Lombardia non accennano a diminuire, la magistratura avvia indagini per rilevare le responsabilità di quella che ormai appare come una vera strage: la morte degli anziani nelle RSA. Uno sguardo alle misure di controllo a Roma e l’andamento del contagio negli USA . Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

L’analisi di Vittorio Agnoletto sui dati dell’epidemia diffusi oggi

Sono meno incoraggianti degli ultimi giorni i numeri forniti oggi dalla Protezione Civile sull’epidemia da Covid 19.

I positivi sono cresciuti di 1996, ieri erano stati 1396.

I decessi 619, ieri erano 570.

Cala invece il numero dei ricoverati, oggi è sceso di 116 (più di ieri quindi) e anche i letti occupati in terapia intensiva sono meno 98.

E’ la Lombardia a far salire il dato nazionale dei contagi, in particolare a Milano e provincia la situazione è ancora preoccupante. 

Nella regione i nuovi positivi oggi sono 1544 (ieri erano 1246). I decessi 273 (ieri 216).

I ricoveri sono quasi il doppio di ieri: 149 a fronte di 81. Sono pazienti non gravi, in massima parte, i posti letto occupati nelle terapie intensive sono scesi di 28 unità. Secondo l’assessore alla salute Gallera questo significa che il virus continua a circolare ma è meno forte.

Come dicevamo la provincia in cui ci sono più nuovi casi è Milano: oggi il doppio di ieri, 520 nuovi casi; lo stesso in città: 262 nuovi positivi mentre ieri erano saliti di 127.

L’altra provincia con un numero alto di nuovi positivi (230) è Brescia, ma lì – ha spiegato Gallera – vengono fatti più tamponi che altrove. A Brescia comunque come nelle altre province la curva del contagio si è sostanzialmente stabilizzata, mentre a Milano ancora no.

Quale può essere la ragione della crescita dei contagi a Milano, lo chiediamo al nostro collaboratore Vittorio Agnoletto:

 

 

Gli auguri di buona Pasqua e l’invito a resistere del Presidente della Repubblica

(di Lorenza Ghidini)

Anche io passerò la Pasqua a casa da solo. Sono forse queste le parole più importanti del breve messaggio televisivo di Mattarella, che è comparso a sorpresa – o quasi – sulla rai alle 19.

Solo per gli auguri di Pasqua, e per invitare gli italiani a resistere ancora, ora che “stiamo per vincere la lotta”. Oggi i dati non sono incoraggianti per la verità, ma nei giorni scorsi lo erano, dunque il Presidente invita a continuare nel rispetto delle regole ora che si intravvede l’uscita dal tunnel. 

Chi sapeva in anticipo del discorso di Mattarella si domandava cosa avrebbe detto sulla polemica politica delle ultime ore, quella scatenata da Salvini e Meloni dopo che Conte li ha attaccati frontalmente ieri sera in conferenza stampa. 

Mattarella non ha detto niente. 

Avrà fatto arrabbiare Salvini, che stamattina lo ha chiamato con la scusa di fargli gli auguri di buona Pasqua e si è lamentato dell’attacco di Conte chiedendo imprecisati risarcimenti televisivi e – pare – trovando dall’altra parte un Presidente pressochè silente.

Il clima tra maggioranza e opposizione è pessimo, lo era già nonostante i tentativi di creare una cabina di regia bipartisan per l’emergenza sanitaria ed economica. Tentativi spinti proprio da Mattarella ma naufragati molto in fretta. Due giorni fa l’opposizione per la prima volta ha votato contro un decreto – il Cura Italia – al momento della conversione in legge.

Nel PD c’è una certa preoccupazione che diventi veramente complicato il lavoro in Parlamento, con le modalità a cui obbliga l’emergenza, quindi poche sedute, molte meno del normale. Se l’opposizione si darà all’ostruzionismo sarà molto difficile lavorare.

Quanto all’attacco di Conte, ieri sera dalle parti del PD le preoccupazioni erano ben altre – riguardavano la questione del Mes – ma l’impressione non è stata negativa. Non è il nostro stile, dice più di qualcuno, ma ha fatto proprio bene.

Pio Albergo Trivulzio, indagato il direttore generale

(di Claudio Jampaglia)

Il primo iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Milano è Giuseppe Calicchio, 48 anni, direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, il più grande polo geriatrico d’Italia, nominato nel 2019 in quota Lega.

L’accusa è di epidemia colposa e omicidio colposo, per almeno 100 morti all’interno della struttura. È qui che si sono concentrate le denunce e gli esposti di operatori e familiari a partire da quel divieto a tutto il personale di usare le protezioni per non spaventare gli ospiti. Ma c’è di più: i magistrati indagano sui reparti con più malati e morti, quelli dove sono stati portati i pazienti non COVID in arrivo dagli ospedali, e quelli degli ospiti del Pio Albergo Trivulzio con sintomi COVID, con personale in comune e trasferimenti da uno all’altro che avrebbero sparso il virus almeno fino a metà marzo. [continua a leggere]

L’ordinanza di Fontana valida fino al 3 maggio in Lombardia

(di Roberto Maggioni)

Il presidente lombardo Fontana ha firmato un’ordinanza che conferma quasi tutte le misure restrittive già in vigore e le estende fino al 3 maggio. Librerie e cartolerie, a differenza di quanto deciso ieri dal Governo, resteranno chiuse.

Confermata anche la chiusura degli uffici professionali, le cui attività “devono essere svolte in modalità di lavoro agile”. Resta anche l’obbligo di coprirsi naso e bocca fuori casa, con mascherina, sciarpa o altro indumento. Lo sport è consentito solo singolarmente e fino a 200 mt dalla propria abitazione.

L’ordinanza conferma la chiusura degli alberghi, dei mercati all’aperto e delle attività non essenziale. Come in precedenza non interviene sulle attività produttive, resta quindi in vigore quanto deciso a livello nazionale sull’autocertificazione di chi sostiene di appartenere a una filiera essenziale.

In linea con quanto deciso ieri dal Governo invece riapriranno i negozi per la vendita di articoli per neonati e bambini.

Altra novità per la Lombardia che si differenzia dal resto d’Italia, la quarantena per i positivi durerà 28 giorni, non più 14.

“Sta uscendo una linea guida che prevede che la quarantena duri fino al 3 maggio” ha detto l’assessore alla sanità Gallera, spiegando che il periodo di 14 giorni previsto finora sarà allungato fino a quella data per tutti i positivi. “Chi è a casa dal lavoro avrà un certificato dal medico di allungamento della quarantena. Molte persone sono risultate ancora positive dopo 14 giorni. L’idea, dice Gallera, è poi di fissare la quarantena a 28 giorni”.

Controlli intensificati a Roma

(di Maria D’Amico)

Sono stati 1 milione e 200 mila i romani controllati in queste ore di quarantena, nel periodo più insidioso: il week end di Pasqua con il sole e una temperatura estiva.

Le code ordinate e veloci davanti ai supermercati per la spesa finale hanno fatto il paio con quelle sulle grandi arterie, soprattutto verso il mare: la Pontina, la via Aurelia e il GRA. Auto, scooter, furgoni sono stati incanalati in posti di blocco delle Forze di Polizia, serratissimi ed intensificati proprio in  queste ore.

Un colpo d’occhio impressionante le auto in coda verso il mare, ma come hanno spiegato i responsabili dei controlli per le autocertificazioni, ad essere multati sono stati l’1,75% dei fermati. Gli altri hanno giustificato il loro essere in strada. Sul raccordo anulare è stato utilizzato un drone per riprendere le persone in coda. Per tutti avviso di restringimento di carreggiata e poi il controllo, non più a campione, ma per tutti. 

Nelle altre parti di Roma soprattutto in centro non c’è quasi nessuno in giro. L’allerta massima è per domani soin particolare intorno alle ville, ai parchi chiusi e sul litorale. Controlli soprattutto su chi è in giro a piedi: poco credibile dire di andare in farmacia vestiti in tenuta sportiva.

L’epidemia di coronavirus negli Stati Uniti

(di Davide Mamone)

La crisi coronavirus continua a colpire duramente gli Stati Uniti. Ieri hanno perso la vita a causa di COVID-19 più di duemila persone, mai così tante in un singolo giorno e il numero di vittime complessivo del Paese è ora in linea con quello dell’Italia. Sono infatti più 19mila i decessi in America, per un totale di più di cinquecentomila persone risultate positive al coronavirus. 

E ora si teme quanto possa accadere nella giornata di Pasqua, per la quale non tutti gli Stati del Paese hanno imposto restrizioni e linee-guida. Se i governatori di Indiana e Georgia, Eric Holcomb e Brian Kemp hanno lanciato un monito ai fedeli di seguire le funzioni online per ridurre la diffusione del virus, Florida e Texas hanno esentato le funzioni religiose dalle restrizioni per COVID1-9. E in Kansas, nonostante un ordine esecutivo della governatrice Laura Kelly, il congresso statale a maggioranza repubblicana ha deciso di lasciare libera la partecipazione alle messe.

A pagare il prezzo più alto è ancora New York, dove le vittime sono più di settemilaottocento, e i casi positivi più di 170mila. Anche se il governatore dello Stato, Andrew Cuomo, in queste ore si è detto cautamente ottimista per le prossime settimane: ieri sono diminuiti i dati relativi alle persone ricoverate in terapia intensiva e i newyorkesi in ospedale sono al momento poco meno di diciannovemila, molto meno rispetto alle previsioni. Nonostante questo, il primo picco della pandemia è ancora ben lontano dall’essersi esaurito. Il sindaco della città di New York Bill de Blasio stamattina ha annunciato che le scuole rimarranno chiuse fino alla fine dell’anno scolastico, anche se Cuomo in conferenza stampa lo ha smentito dichiarando che nessuna decisione definitiva sia stata presa.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Redazione
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    L'abbiamo scoperto con l'EP "Somewhere only we go" e oggi a Volume abbiamo avuto modo di conoscere meglio la storia di questo cantautore nigeriano, che si è poi formato musicalmente in Ghana: "Nel corso degli anni le nostre musiche si sono fuse: l'highlife ghanese, il palm-wine, il folk di Kumasi, il suono contemporaneo della chitarra. Ho potuto unire questi due mondi, mescolandoli con le radio occidentali che ascoltavo da ragazzo". Il risultato è un folk pop pieno di anima e di profondità: "Il mio obiettivo non è solo una carriera internazionale, ma costruire qualcosa in Africa. Voglio creare una struttura che funzioni per artisti come me, gente con una chitarra o un tamburo, artisti contemporanei che non hanno modo di raggiungere il loro pubblico". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Tommy WA.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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