Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Mercoledì 11 novembre 2020

Stefano Bonaccini PD

Il racconto della giornata di mercoledì 11 novembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia alle nuove misure restrittive in arrivo per l’Emilia-Romagna, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, mentre la Campania tentenna. Domenico Arcuri è anche il commissario straordinario per la distribuzione del vaccino contro il COVID-19. Proseguono senza sosta le indagini avviate dopo la tragedia di Ponte Morandi a Genova. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

In Italia i casi totali di COVID-19 hanno superato il milione da inizio pandemia: la soglia è stata superata oggi, con i circa 33mila nuovi casi delle ultime 24 ore. Il dato giornaliero è in calo rispetto a ieri ed è tanto più significativo perché emerge da un campione di test molto ampio: e infatti il rapporto tra i tamponi effettuati e quelli risultati positivi scende al 14,6%, l’1,5% in meno di ieri. I decessi però sono molti, 623, e la pressione sugli ospedali continua ad aggravarsi: anche se l’incremento dei ricoverati è stato contenuto rispetto ai giorni scorsi, circa 800, il totale delle persone in ospedale per COVID supera ormai quota 30mila: non erano mai stati tanti neppure nella prima ondata.

Nuove ordinanze in arrivo in Emilia-Romagna, Friuli e Veneto

(di Anna Bredice)

Potrebbero arrivare domani le ordinanze regionali che imporranno restrizioni maggiori in Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto. I presidenti si vedranno e scriveranno ordinanze comuni che faranno assomigliare molto le loro regioni attualmente in fascia gialla a quelle arancioni, ma da questa procedura si autoesclude la Campania, che non intende agire nello stesso modo e questa situazione con il passare delle ore diventa sempre più problematica. “Sulle criticità di Napoli serve dare un segnale”, ha detto Conte poco fa, ma per il momento non sembra esserci un segnale a livello di governo, anzi è tutto delegato al presidente della regione De Luca che ha scritto al Prefetto di Napoli perché disponga un piano di interventi per sanzionare ed evitare assembramenti come quello sul lungomare di Napoli pochi giorni fa, così come il Ministero della Difesa ha deciso di organizzare un ospedale da campo nel capoluogo, vista la situazione preoccupante negli ospedali.
Tanti interventi singoli ma nessuna disposizione di passaggio automatico da una fascia gialla, che i Cinque Stelle definiscono “una presa in giro” a quella rossa.
Dalla regione spiegano che De Luca aveva già deciso interventi da fascia rossa, come le scuole chiuse oppure il divieto di spostarsi tra alcune province, ma al momento tutto si ferma qui. Non escludono però nei prossimi giorni un passaggio di tutte le regioni gialle e arancioni a divieti di tipo rosso, questa infatti è la previsione che fanno in molti e cioè che nel corso del fine settimana possa esserci una estensione di molti divieti a livello nazionale, per accelerare la progressiva riduzione dei contagi e sollevare il peso degli ospedali, ma questa discussione entrerà nel vivo solo da domani, con nuovi dati sul tavolo di Palazzo Chigi.

COVID-19 e vaccino: abbiamo un commissario, ma non il piano di distribuzione

(di Michele Migone)

Abbiamo un commissario straordinario per la distribuzione del vaccino contro il COVID-19, ma non abbiamo ancora un piano per farlo. Rischiamo quindi di essere già in ritardo e negli scorsi mesi. Domenico Arcuri si è già dimostrato un manager incline a mancare di tempismo, dalle consegne a singhiozzo delle mascherine al ritardo di Immuni, ai banchi con le rotelle, molti dei quali non sono ancora arrivati nelle scuole italiane.
Le prime dosi del vaccino prodotto da Pfizer e Biontech dovrebbero essere distribuite a gennaio. La Commissione Europea ha firmato il contratto per 200 milioni di dosi, 40 milioni dei quali arriveranno in Italia, una prima tranche sarà di circa 4 milioni. [CONTINUA A LEGGERE]

Che cos’è l’indice RT e cosa ci dice sull’epidemia in Italia

Davide Manca, matematico del dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano, commenta a Radio Popolare come sta andando la seconda ondata di Covid in Italia da un punto di vista infettivo. [LEGGI L’INTERVISTA A PRISMA]

Autostrade, le inchieste aperte dopo la tragedia di Genova

(di Massimo Alberti)

Sono diversi i fascicoli aperti a partire dall’indagine principale sui 43 morti del Morandi: da quello sui report sul reale stato di salute dei viadotti, alla pericolosità delle gallerie, a quello sui pannelli difettosi che ha portato agli arresti di oggi. Tutti hanno in comune un aspetto: il risparmio sulla sicurezza per aumentare i profitti.
Sta tutto qui, in un’intercettazione del 2 febbraio: “Le manutenzioni le abbiamo fatte in calare, più passava il tempo meno facevamo, cosi distribuiamo più utili e Gilberto (Benetton) e tutta la famiglia erano contenti”. Sono le parole di Gianni Mion, amministratore delegato di Edizione Holding, la controllante di Atlantia. Ancor più esplicitato nelle parole del GIP: una politica imprenditoriale volta a massimizzare i profitti derivanti dalla concessione con la riduzione e il ritardo delle spese per la manutenzione, a scapito della sicurezza pubblica.
Il Gip parla di insicurezza generale della rete autostradale sia con riferimento ai viadotti sia con riferimento alle gallerie, oltre alle barriere di contenimento. Ne esce un quadro in cui, secondo l’accusa, la logica del profitto a scapito della sicurezza era una filosofia aziendale generale, dove il primo obbiettivo era accontentare gli azionisti e distribuire dividenti.
Una politica che si è concretizzata nel dimezzamento in 10 anni degli investimenti in sicurezza, in cui i 4 miliardi investiti in manutenzione vengono superati dai 6 distribuiti in cedole, frutto, scrive ancora il GIP, di tale spregiudicata linea imprenditoriale. Al di là della spregiudicatezza dei Benetton, è il succo del rischio di una gestione del bene pubblico da parte di un privato. Di cui il governo dovrebbe tener conto, come chiedono i familiari delle vittime del ponte Morandi, nella scelta sull’affidamento ad altri privati della concessione e della gestione delle autostrade italiane.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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