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Il blitz non violento: libri nelle periferie romane

Movimento NonViolento

Portare i libri e i quaderni pubblicati dal Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini nelle periferie più difficili di Roma, quelle di Casal Bruciato dove una donna rom con la figlia in braccio è stata circondata, insultata e minacciata mentre entrava nella casa a lei assegnata, o quelle di Torre Angela, i quartieri che CasaPound pensa di poter presidiare imponendo una rappresentanza solo di tipo neofascista.

Gli attivisti del Centro territoriale di Roma del Movimento Nonviolento hanno pensato che dovevano provarci a cercare un contatto, tentando di parlare di non violenza e di democrazia anche in quelle zone dove puntare il dito contro l’immigrato o il rom sembra l’unica soluzione ai mille problemi di lavoro, di disagio e di povertà che esistono nelle periferie.

E l’iniziativa ha funzionato, raccogliendo l’interesse soprattutto dei ragazzi più giovani che hanno accettato i libri di Alex Langer o i quaderni di “Azione non violenta”, facendo domande e poi guardandoli sedersi sulle panchine a sfogliarli.

Chissà se tra questi c’era anche il ragazzo di quindici anni di Torre Maura che con naturalezza ha messo a tacere il capo locale di CasaPound dicendogli “Non me sta bene che no, so’ de Torre Maura e non so’ d’accordo”. Forse era proprio quello l’obiettivo, cercare quei ragazzi e far sapere loro che non sono soli.

Tutto questo è accaduto proprio nei giorni del Salone del Libro. “Abbiamo una piccola casa editrice – spiega Daniele Taurino – ma non ci possiamo permettere di pagare la partecipazione al Salone di Torino, quindi non dovevamo scegliere tra l’Aventino o il presenzialismo per condannare la presenza della casa editrice legata a CasaPound. E così abbiamo deciso di andare noi nelle periferie romane per dare un contributo alla convivenza”.

L’esperienza è stata positiva, si è svolta nell’arco di tre giorni, ogni tappa un quartiere. “Sulle spalle avevamo la nostra bandiera arcobaleno con il simbolo del fucile spezzato di Aldo Capitini, negli zaini i libri e i quaderni sulla non violenza. Li abbiamo consegnati alle persone che abbiamo incontrato nella passeggiata che abbiamo fatto dalla Metro Torre Gaia a Tor Bella Monaca, oppure sul lungomare ad Ostia e a Osa Castelverde. Le persone più ostili erano quelle dai quaranta anni in avanti, che hanno mostrato disprezzo e indifferenza, i ragazzi invece erano interessati. Erano stupiti anche che il materiale fosse gratis, è importante portare la cultura del dono, lì proprio dove solo con il sudore e il sangue si fa qualcosa di positivo”.

Il primo giorno il gruppo si è recato al Polo Ex-fienile invitati da Libera, c’è stato un incontro ed hanno esposto i libri della piccola casa editrice che pubblica le opere di Capitini, don Lorenzo Milani, Alex Langer, Giancarla Codrignani e tanti altri. Per tre giorni hanno girato diversi quartieri, compreso Casal Bruciato dove raccontano “tra camionette blindate della polizia e gruppetti di individui che presidiavano la zona, abbiamo iniziato la distribuzione della rivista, sia nelle cassette delle poste che parlando con la gente”. Lo hanno chiamato “blitz non violento”. “Daniele Taurino che ci racconta questa esperienza pensa che non bisogna lasciare queste periferie a Casapound: “questi gruppi fascisti vengono da fuori e vanno lì ad intercettare la rabbia della gente, c’è una rabbia, un disagio e uno Stato che è assente, non ci sono centri di aggregazione, i giovani pensano di non avere un futuro ed è qui che dobbiamo cercare di costruire una Europa diversa”.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    “Abbiamo sempre preferito la take imperfetta ma magica”: i Satantango raccontano il nuovo album

    Un debutto interessante quello dei Satantango, nuovo progetto shoegaze proveniente dalla provincia cremonese. Il duo, composto da Valentina e Gianmarco, è oggi passato a Volume per raccontare e suonare in acustico alcuni brani del nuovo album “Satantango”. Il titolo è lo stesso di un film ungherese del 1994 della durata di oltre sette ore: “l’ambientazione e le atmosfere sono molto simili a quelle che ci sono nei nostri posti”, spiega il duo. Tra shoegaze, dream pop e slowcore, l’album dipinge un immaginario bianco e nero tra malinconie di provincia e nebbia, cinema chiusi e un senso di innocenza perduta, ed è ricco di riferimenti a pellicole vintage come “Gioventù Amore e Rabbia”. L'intervista di Elisa Graci e Dario Grande e il MiniLive dei Satantango.

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