“I pedaggi autostradali aumenteranno, sì, ma la colpa è della Corte Costituzionale”. È la tesi di un diretto interessato, il ministro dei trasporti Matteo Salvini. La Corte, infatti, avrebbe “vanificato gli sforzi del Governo” con una sentenza di ottobre. Interpellata a seguito di un ricorso di una società che ha in gestione un tratto autostradale, che tra l’altro contestava provvedimenti varati nel 2019 e nel 2020, non proprio farina del sacco di Salvini, che era all’opposizione, la Consulta ha annullato i provvedimenti che avevano bloccato gli aumenti delle tariffe dal 2020 al 2023. Legando, quindi, le mani a Salvini, ad ascoltare Salvini stesso o i senatori della Lega, che si sono detti molto dispiaciuti per i cittadini che, a differenza dell’anno scorso, non potranno beneficiare del congelamento delle tariffe. Certo, si son dimenticati di dire che il congelamento nel 2025 non aveva interessato la rete gestita da Autostrade per l’Italia, circa il 50% del totale, dove l’aumento c’era stato eccome, dell’1,8%. Come c’era stato, nel 2024, su quasi tutte le tratte. Su Salvini, dopo questo tentativo di scaricabarile, piovono critiche da ogni lato. “È colpa dei giudici se Salvini non sa fare il ministro?” si chiede il Pd, mentre gli ex leghisti di Patto per il Nord chiosano “chi voleva abolire le accise sulla benzina aumenta anche i pedaggi”.
Virginia Platini


