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Altro che lapsus: “La Costituzione parla di razze”

Dopo avere affermato la necessità di difendere la “razza bianca” dall’immigrazione, il candidato alla presidenza della Regione Lombardia, Attilio Fontana, insiste: “Ho detto fin dall’inizio che ho usato un’espressione inopportuna ma il problema deve essere affrontato – si è giustificato oggi il leghista – dovrebbe cambiare anche la Costituzione perché è la prima a dire che esistono le razze”.

Ieri Fontana aveva reagito alle critiche spiegando che il suo era stato solo un lapsus. Oggi è tornato a difendersi dicendo che sui migranti voleva “sottolineare come un discorso lasciato al caso e all’improvvisazione rischi di essere devastante per il nostro Paese”.

La Costituzione, quindi, usata per giustificare le affermazioni razziste pronunciate ieri a Radio Padania. Vale la pena ricordarle: “L’Italia non può accettare tutti gli immigrati, tutti non ci stiamo, dobbiamo fare delle scelte. Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se deve essere cancellata”.

Sono concetti derivati da una visione paranoica dell’immigrazione. L’immagine apocalittica dei popoli europei che si estinguono sotto la pressione dell’immigrazione africana, la cosiddetta “sostituzione etnica”, è stata fino a ieri patrimonio solo della destra più estrema. Fu il militante dell’estrema destra austriaca Gerd Honsik, in un suo libro dei primi anni 2000, “Addio Europa”, a teorizzare la sostituzione etnica facendo riferimento al pensiero del conte Richard Kalergi, morto nel 1972, cui veniva attribuita la denuncia di un piano per sostituire gli europei con gli immigrati. Piano, manco a dirlo, che sarebbe stato perseguito dalle solite élite mondialiste. Un’operazione che ricorda da vicino i famigerati “protocolli dei Savi di Sion”, il falso che contribuì ad alimentare l’antisemitismo novecentesco che produsse Auschwitz.

Il segretario della Lega, Salvini, ha sdoganato il concetto di “sostituzione etnica” nel discorso politico ufficiale. Ora Fontana sdogana il concetto di razza. Prima lo ha affermato, poi ha fatto marcia indietro, poi lo ha riaffermato richiamandosi alla Costituzione.

La Costituzione però fu promulgata nel 1948. Oggi, il termine “razza” è ampiamente superato. Lo spiega a Radio Popolare lo storico Marcello Flores:

“Il concetto di razza si è storicamente determinato sulla scia di acquisizioni scientifiche e ha avuto una evoluzione nel secondo dopoguerra, dopo che la Costituzione era stata scritta. Tutti gli studi genetici hanno mostrato che non si possa più parlare di razza, e un movimento di giuristi preme per togliere la parola dalla Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti umani perché la parola è ormai inadeguata sul piano scientifico”.

Fontana insiste, e Salvini lo spalleggia, perché i leghisti sperano di ottenere il massimo vantaggio elettorale possibile dalla loro campagna. Secondo un sondaggio di Swg, il 39 per cento degli italiani ritiene che lo stop all’immigrazione sia un tema politico molto importante.

  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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