“Traditori” dice Alina in un post su Facebook che risponde al messaggio indignato di un soldato che dice di essere stato ferito al fronte e di essere in convalescenza. Il soldato Constantin accusa Zelensky e quella che definisce la gang del presidente di aver svenduto il paese, di essersi approfittato del sacrificio dei militari. Ce l’ha soprattutto con l’ex capo di gabinetto di Zelensky, Andrij Jermak, che ha il pregio di unire quasi tutti nell’odio. Il clima nella società ucraina non è affatto buono. Come potrebbe essere diversamente. Due giorni fa l’ex comandante in capo delle Forze armate ucraine Valerij Zalužnyj ha pubblicato un lunghissimo testo in cui – così sembra a diversi analisti – getta le basi per il suo ingresso in politica. Il ragionamento alla base è che i vertici politici e militari dell’Ucraina hanno fallito e guarda caso a partire proprio dalla cacciata dell’ex generalissimo e che ora il rischio maggiore per il paese è la guerra civile. Potrebbe anche essere un modo come un altro per proporsi preventivamente come antidoto al caos che quasi certamente scoppierà nel Paese dopo la fine della guerra, ma il punto resta, l’Ucraina è già in parte divisa. I militari al fronte sono pieni di risentimento per chi – come dicono – non ha fatto la sua parte per la difesa armata del Paese. I civili di vaste aree dello Stato sono esasperati e se la prendono con i politici corrotti. Nel mezzo resta la guerra che va avanti nonostante le apparenti accelerazioni dei negoziati delle ultime settimane.
Sabato Angieri


