Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Martedì 19 maggio 2020

Giuseppe Conte Bonafede governo

Il racconto della giornata di martedì 19 maggio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia diffusi oggi al voto di domani sulla mozione di sfiducia per il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, mentre il sindaco di Milano Beppe Sala chiede un rimpasto di governo. Continua a tenere banco il caso del finanziamento a FCA, mentre il MIUR si prepara alla riapertura della scuola a settembre. A Milano si vedono i primi segnali della crisi economica e a Codogno si torna alla normalità. Intanto a Parigi si delinea la fase post-COVID. Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

(di Diana Santini)

I nuovi positivi censiti nelle ultime 24 ore sono 813, tanti rispetto a ieri, ma emersi da un numero di tamponi quasi doppio. Torna a crescere, come spesso avviene il martedì per questioni legate alla registrazione e alla trasmissione dei dati, anche il numero dei morti: sono 162 oggi, dopo un paio di giorni in cui erano stati meno di cento. Per il resto continua il calo di malati e terapie intensive. Le persone ricoverate in Italia sono tornate sotto quota diecimila, una cifra che ci riporta alle prime settimane di marzo.
La Lombardia incide oggi quasi per il 60% sul numero dei nuovi casi: 462 più di ieri, a fronte di soli 167 guariti. I decessi sono stati 54, più del doppio di ieri. La provincia con più contagi oggi è Bergamo, con 144 casi, seguita da Milano, con 102, la metà dei quali in città. A livello nazionale, da segnalare oggi la Liguria, terza per numero di nuovi casi (66) dopo Lombardia e Piemonte. Soltanto il Molise oggi non ha registrato contagi, mentre sono otto le Regioni che non hanno avuto decessi.

A ormai oltre due settimane dal primo allentamento delle restrizioni, il 4 maggio scorso, e a due giorni dall’inizio della vera fase due, la curva dei contagi continua la sua lenta discesa e non si registrano variazioni legate alle mutate condizioni. Il monitoraggio resta però essenziale e va fatto su dati consolidati ma recenti. Su questo punto si registra un certo ritardo, anche da parte delle regioni, come spiega il fisico dell’università La Sapienza di Roma Federico Ricci Tersenghi:


 

Mozione di sfiducia a Bonafede

(di Luigi Ambrosio)

Lo scenario probabile è che Renzi faccia mancare alcuni voti al Senato, non abbastanza per mettere Bonafede in minoranza ma abbastanza per mandare un preciso segnale politico a Conte: se vuoi continuare a vivere, sappi che dipendi da noi. E che il sostegno ha un prezzo politico. Si tratta anche sui posti: si fanno i nomi di Migliore sottosegretario alla Giustizia e del ritorno di Boschi con un dicastero importante. Ma soprattutto e in primo luogo si tratta sui soldi e sull’economia: dal sostegno alle imprese, al piano per l’edilizia, a Fca, al tema della responsabilità penale delle imprese per le malattie da coronavirus.
Su queste cose Renzi cercherà di ottenere il massimo da un governo che non è il suo. Perché Renzi un governo diverso lo vorrebbe eccome, magari guidato da Mario Draghi e ad alto tasso politico, coi leader di partito, a cominciare da se stesso, nella stanza dei bottoni. Ma una operazione del genere difficilmente potrebbe avere successo se nascesse sulle ceneri di una crisi causata dalla sfiducia a Bonafede.
Draghi non si fiderebbe mai di uno che facesse cadere il governo in piena crisi pandemica. Il Pd non gliela perdonerebbe; e soprattutto non gliela perdonerebbe Mattarella. E senza il Capo dello Stato dalla propria parte, non si fa alcuna operazione di Palazzo per sostituire Conte.

Beppe Sala chiede un rimpasto di governo

(di Michele Migone)

Il sindaco di Milano ha chiesto un rimpasto del governo Conte. Nell’emergenza ha operato bene, ma ora, in vista di un autunno caldo, riveda la sua compagine governativa, è stato il messaggio di Beppe Sala al Presidente del Consiglio. Qualcuno l’ha interpretata come un’autocandidatura, ma non lo è.
Le parole del Sindaco sono molto chiare: mostrano il timore che alcuni ministri, in particolare quelli dei 5 Stelle, non siano in grado di gestire la più grave crisi economica del Dopoguerra. In questo senso, Sala si mette nel solco delle riserve avanzate da più parti, anche dall’interno del PD. Ma perché ha fatto questa uscita? Perché, come egli stesso ha detto, ha compreso che il momento decisivo per il Paese, ma anche per Milano, sarà tra cinque, sei mesi. Un momento che coincide con l’inizio, di fatto, della campagna per le elezioni amministrative della primavera del 2021. Beppe Sala non ha ancora detto se intende ricandidarsi. Certo è che per lui sarà molto difficile riproporre la sua visione di una Città Aperta al Mondo, ripresentare ai milanesi quel modello internazionale che ha costituito la fortuna di Milano prima dell’arrivo del COVID-19.
Sala si troverà alle prese con una città dove la crisi economica avrà fatto danni importanti, dove i milioni di turisti degli anni precedenti saranno ancora una chimera per chissà quanto tempo. Dovrà essere in grado di proporre un convincente Piano B e dovrà avere gli strumenti per attuarlo. Se il governo non gli dà, o non è capace di dargli una mano è facile che la frustrazione delle migliaia di milanesi che si troveranno in difficoltà e senza una prospettiva per il futuro si riversi contro di lui nelle urne. Sempre che, in queste possibili condizioni, Sala decida di correre per il secondo mandato.

Il caso del finanziamento a FCA

La maggioranza resta divisa sul prestito da 6,3 miliardi di euro chiesto da Fca con le garanzie pubbliche. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri ha assicurato che lo Stato ha chiesto impegni precisi alla società. Il prestito va investito in Italia, no alle delocalizzazioni e garanzie sui livelli occupazionali. Queste le condizioni poste dal Governo a Fca. Ma il dibattito resta aperto visto che il gruppo che fa capo agli Agnelli-Elkan chiede il sostegno dell’Italia pur avendo spostato la sede legale in Olanda e quella fiscale a Londra. Sono garanzie sufficienti quelle chieste dal Governo a Fca? L’opinione di Andrea Di Stefano direttore della rivista “Valori”:


 

Cosa sta facendo il governo per la scuola

(di Omar Caniello)

Dal 15 giugno riapriranno i centri estivi. Lo ha confermato oggi la Ministra della Famiglia Bonetti precisando che ogni regione potrà rinviare o anticipare a seconda dell’andamento dei contagi.
Per le scuole paritarie (primarie e secondarie) è in arrivo un finanziamento di 40 milioni di euro. L’accordo nella maggioranza è stato raggiunto nelle scorse ore dopo le pressioni della CEI e di numerosi parlamentari di maggioranza e opposizione. La norma è stata inserita nel decreto rilancio. Questa mattina invece la ministra Azzolina ha firmato il decreto che dà il via libera definitivo all’assunzione di 4.500 insegnanti precari che sostituiranno chi è andato in pensione con quota 100. Ma resta ancora poco chiaro come riprenderà la scuola a settembre.
Giulio Ceppi fa parte del comitato del comitato scientifico del ministero dell’istruzione che sta lavorando alla ripresa della scuola. È un architetto e insegna al Politecnico di Milano:


 

A Milano i primi segnali della crisi economica

(di Roberto Maggioni)

A Milano mancano le persone. Mancano i turisti, manca il mondo del lavoro degli uffici, mancano gli studenti. E molti residenti hanno meno soldi in tasca e voglia di spenderli. Così per i commercianti che hanno come clienti queste persone la ripresa non c’è. La maggior parte di loro c’ha provato a riaprire, ma lo sconforto per i pochi clienti potrebbe spingerli a richiudere. Questione di conti, che non tornano.
Va benino a parrucchieri ed estetisti, per bar e ristoranti la situazione già si complica di più. Per chi aveva a che fare con turisti, studenti e lavoratori degli uffici il piatto piange. Una grossa catena di libri ha i negozi del centro semivuoti. Vanno un pochino meglio quelli nelle zone misto residenziale/turistico. Chi lavora vicino agli uffici incassa il 10% di prima. C’è rabbia e viene indirizzata contro Governo e Comune, i due soggetti che si occupano di soldi. Nelle zone popolari lo scenario cambia e le persone oltre la vetrina si vedono. Sono la metà, fanno la fila, spendono poco, ma almeno ci sono. Sono solo i primi due giorni di fase 2, qualcosa cambierà, ma vista da qui, e se non torneremo in lockdown, la ripartenza della Milano del commercio è rimandata a settembre.

Codogno, l’emergenza è finita

(di Claudio Jampaglia)

“Sembra tutto come prima, ma non lo è”. La frase di una signora che saluta allegramente le amiche al bar dopo tanto tempo, esprime il sentimento comune a Codogno, a distanza di 90 giorni dalla scoperta del paziente 1 che ha fatto del capoluogo della bassa lodigiana, l’ombelico del COVID in Italia.
Alla stazione di prima mattina pochissima gente, qualche decina di passeggeri per ogni convoglio per Milano o Piacenza, la bigliettaia ci dice che erano almeno dieci volte tanto. Ma la vita della cittadina di 16mila abitanti giorno dopo giorno riprende. Oggi è giorno di mercato, ancora limitato ai soli generi alimentari, e i volontari della Protezione Civile prendono la temperatura con i termoscanner e spruzzano il disinfettante sulle mani di chiunque entri al mercato in piazza. CONTINUA A LEGGERE.

Come Parigi si ripensa per il dopo COVID

(di Luisa Nannipieri)

Il comune di Parigi ha varato un piano di rilancio che vuole gettare le basi per una città post-COVID che punti su più cultura, più mobilità sostenibile, più piccole e medie imprese e più socialità urbana.
La città ha stanziato 200 milioni di euro per sostenere le attività economiche, culturali e associative. 15 milioni soltanto per teatri, cinema, festival e musei a cui si aggiunge la promessa di organizzare un mese della cultura ad agosto nelle strade e piazze della capitale, da adattare alle nuove regole di distanziamento sociale.
Tra le misure prese c’è poi il blocco degli affitti per associazioni e aziende con meno di 10 dipendenti e l’annullamento delle tasse per occupazione del suolo pubblico per sei mesi in favore di bar, ristoranti e banchi dei mercati, che potranno allargarsi su marciapiedi e parcheggi. Per rilanciare le attività, si punta sulle piccole e medie imprese locali per sviluppare la transizione ecologica, su misure di sostegno all’economia sociale e solidale e su di un nuovo polo per aiutare le start-up. Un piano “storico” per affrontare perdite d’attività stimate a oltre il 37% e ripartire su una dimensione cittadina a misura umana che, nei progetti della sindaca, è solo l’inizio.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Dopo che la Giunta del Comune di Milano ha licenziato la delibera per la vendita dello stadio di San Siro, la palla ora passa al Consiglio comunale, che dovrà votare il provvedimento giovedì 25 settembre, e non più il 29. Nonostante sia possibile presentare emendamenti al testo, per la giunta il documento è immodificabile: “È frutto di un lavoro che ha gli elementi essenziali del contratto, una cosa molto tecnica ma anche politica”, ha detto ai nostri microfoni la vicesindaca Anna Scavuzzo. Nel caso di un emendamento di sostanza votato dalla maggioranza dei consiglieri, infatti, “le squadre potranno rigettare l’intera proposta”. Una sorta di prendere o lasciare per i consiglieri comunali. Secondo la vicesindaca Scavuzzo, dopo due mesi di confronto e dopo le modifiche alla versione di luglio, adesso “si chiude”. L’intervista integrale di Luigi Ambrosio nella nostra trasmissione “L’Orizzonte”.

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    1) “La gente non lascia Gaza City perché non sa dove andare o perché non può permetterselo”. Migliaia di persone restano nella città della striscia, mentre l’esercito continua a bombardarla. (Jacob Granger - MSF) 2) “Israele sta commettendo un genocidio, ma gli altri paesi hanno l’obbligo giuridico di fare tutto ciò che possono per impedirglielo”. In esteri la seconda puntata dell’intervista a Chris Sidoti, giudice della commissione Onu. (Valeria Schroter, Chris Sidoti - Commissione Onu d'inchiesta per i territori palestinesi) 3) La Francia ancora in piazza. Un milione di persone mobilitate dai sindacati per protestare contro la legge di bilancio di Bayrou. (Veronica Gennari) 4) La tragedia umanitaria della guerra in Sudan, e i sudanesi che resistono. Premiata in Norvegia una rete di associazioni comunitarie che lavorano per favorire l’ingresso di aiuti. (Irene Panozzo, analista politica) 5) Donald Trump alla corte britannica. La luna di miele tra Keir Starmer e il presidente Usa è soprattutto una questione di business. (Marco Colombo, giornalista) 6) World Music. Together for Palestine, il concerto organizzato da Brian Eno a Londra contro il genocidio. (Marcello Lorrai)

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    Alessio Lega ricorda Fausto Amodei: "Sublime la sua scrittura, una persona tenera e ironica"

    È morto a 91 anni Fausto Amodei, figura cruciale per la canzone popolare italiana che alla fine degli anni cinquanta aveva contribuito a fondare il Cantacronache, il primo esperimento di canzone politica “d’autore” in Italia. Tra i suoi capolavori 'Per i morti di Reggio Emilia', una delle canzoni popolari e politiche più suonate nelle piazze d’Italia. Ma "le sue canzoni sono riuscite ad andare ben oltre il suo nome” diventando parte dell’immaginario collettivo, ricorda il cantautore Alessio Lega ai microfoni di Radio Popolare. Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    In compagnia di Niccolò Vecchia telefoniamo ad Alessio Lega per ricordare, nel giorno della sua scomparsa, Fausto Amodei, un vero simbolo della canzone politica d’autore italiana. Segue mini live in studio con il giovane jazzista Francesco Cavestri in vista del suo concerto al Blue Note di martedì prossimo. Nella seconda parte siamo in compagnia di Piergiorgio Pardo, nostro ospite fisso per la rubrica LGBT, con cui parliamo del film “I segreti di Brokeback Mountain” e alcuni eventi del weekend. Concludiamo con una telefonata a Marina Catucci da New York, per commentare l’improvvisa sospensione dello show di Jimmy Kimmel dalla rete Abc, a seguito di una frase “scomoda” su Charlie Kirk detta dal conduttore in trasmissione.

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