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Non è un Paese per studenti

Non è un paese per studenti. L’Italia esce molto male dal rapporto Ue 2015 di monitoraggio su educazione e formazione. Pochi laureati, scarse opportunità di lavoro, tanti abbandoni.

L’Italia è ancora una volta maglia nera Ue nell’istruzione, piazzandosi all’ultimo posto tra i 28 con il più basso numero di laureati, al penultimo per gli ingressi nel mondo del lavoro e tra i peggiori per il sempre elevato numero di abbandoni scolastici. E’ il quadro che emerge dal rapporto  Solo il 23,9% degli italiani tra i 30 e i 34 anni è laureato, la percentuale più bassa di tutti i Paesi europei nonostante un miglioramento negli ultimi tre anni. Grande la discrepanza tra i sessi: solo il 18,8% dei maschi ha una laurea contro il 29,1% delle femmine. A fronte di una media Ue del 37,9%, rispetto all’obiettivo di almeno il 40% entro il 2020, l’Italia è ampiamente al di sotto. I paesi con più laureati sono Lituania, Lussemburgo e Cipro, tutti sopra il 50%.

Chi esce dall’università o comunque da un ciclo di istruzione superiore in Italia non riesce ad entrare nel mondo del lavoro: sono appena il 45%, e per di più in calo del 12,6% dal 2011, contro una media Ue del 76% gli occupati tra i 20-34enni con lauree o titolo di studi secondari superiori. Peggio solo la Grecia, con il 44,3%. Al top dei giovani occupati qualificati, invece, maltesi (91,7%), tedeschi (90%) e olandesi (87,3%).

I ragazzi italiani sono anche i quinti tra i coetanei europei che più abbandonano gli studi: gli abbandoni sono ancora al 15%,. Peggio solo Spagna (21,9%), Malta (20,4%), Romania (18,1%) e Portogallo (17,4%). Al top Croazia (solo 2,7%), Slovenia (4,4) e Polonia (5,4%).

L’Italia è invece tra i Paesi virtuosi per l’inserimento nell’educazione dei bimbi dai 4 anni in su, con il 98,7%.”E’ in corso di attuazione un sistema di valutazione scolastico, sono migliorate le capacità di di base, il tasso di abbandoni scolastici è in diminuzione e la partecipazione dei bambini dai 4 ai 6 anni nel sistema educativo è quasi universale”, apprezza ancora la Commissione.

Ma fra Nord e Sud c’è un preoccupante divario: “le differenze regionali nelle capacità di base restano ampie” – scrive la Commissione nel suo rapporto – e “la spesa del governo per l’istruzione come percentuale del pil è tra le più basse nell’Ue, specialmente a livello universitario”.

“Questa situazione – ci ha detto il Coordinaotre nazionale dell’Unione degli studenti Danilo Lampis – è figlia di anni e anni di disinvestimento sull’istruzione”.

Ascolta l’intervista a Danilo Lampis, dell’Uds

lampis rapporto scuola

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    Alessandro Principe
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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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