Approfondimenti

Turchia, oltre 69mila studenti in carcere

interno prigione

Nel 2002 quando l’AKP, il partito di Erdoğan, prese il potere, il numero totale di detenuti nelle carceri turche era di 59.429. A fine 2017 il numero totale è salito a 228.993.

Questi sono alcuni dei dati citati dalla capogruppo dell’HDP, il partito di sinistra libertaria e filo curdo, in un’interrogazione parlamentare presentata alcuni giorni fa sulla base delle informazioni fornite dalla direzioni carcerarie. La deputata lo sa bene, in quanto dietro le sbarre ci sono moltissimi esponenti del suo partito, al quale il Presidente Erdoğan ha deciso di dare guerra dal 2015 in poi; fra di loro ben 8 parlamentari.

Proprio una settimana fa il tribunale ha stabilito che l’allora segretario del partito, il carismatico Selattin Demirtaş arrestato a novembre 2015, deve rimanere ancora in carcere. Se continuiamo a osservare anche nei dettagli chi sono le persone che si trovano in questo momento nelle carceri turche, vengono i brividi: intellettuali di fama come i fratelli Altan, recentemente condannati all’ergastolo; oppure il magnate filantropo difensore dei diritti umani Osman Kavala, in prigione da novembre 2017, o il dottor Onur Hamzaoglu, un medico che già aveva avuto problemi con la giustizia per alcuni studi che dimostravano la correlazione fra inquinamento e tumori nella zona a più alta densità industriale della Turchia. Il medico era stato espulso dall’università per aver sottoscritto l’appello degli accademici per la pace che chiedevano la fine delle operazioni militari nel sud est a maggioranza turca ed arrestato recentemente per aver espresso dissenso sull’invasione turca del Nord della Siria.

Dietro le sbarre troviamo anche Taner Kiliç, avvocato presidente di Amnesty Turchia, arrestato a luglio 2017, rilasciato dopo 8 mesi e riarrestato nel giro di poche ore. E l’elenco potrebbe continuare a lungo.

Fra gli arresti più recenti, oltre al consueto bollettino di giornalisti, ha fatto particolarmente notizia quello di una decina di studenti della prestigiosa Università Boğazici; l’aver cacciato giovani dell’AKP che dentro l’Università celebravano le vittorie militari turche contro i curdi di Afrin, gli è costato oltre all’anatema dell’Università stessa, l’ingresso nelle patrie galere con l’etichetta di terroristi.

Ma la presenza di studenti nelle carceri non è una novità in Turchia, anzi. Prima della gioventù bene della Boğazici sono finiti in carcere con meno clamore file di studenti rei di aver manifestato dissenso. Ma l’interrogazione parlamentare della deputata HDP segnala a questo proposito un fatto sconvolgente: il numero attuale degli studenti in carcere è elevatissimo: 69 mila persone, praticamente un terzo del totale. Più del numero di detenuti registrati nel 2002.

Un dato impressionante che riguarda studenti sia delle scuole superiori che universitari, studenti a distanza e studenti lavoratori. Questi numeri non hanno ricevuto la conferma ufficiale, ma avvallano quelli forniti da un altro partito. Il laico e repubblicano CHP, principale partito di opposizione, 7 mesi fa riportò gli stessi dati in occasione di una dichiarazione del Ministero della Giustizia Turco, il quale aveva affermato che “il livello di istruzione nelle carceri turche era in aumento”. La risposta macabra e sarcastica del vicepresidente del partito di opposizione, Gamze Akkuş, fu questa: “Se aumenta il livello di istruzione nelle carceri è perché è aumentato il numero degli studenti al loro interno”.

interno prigione

  • Autore articolo
    Serena Tarabini
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 24/11 12:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 24-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 24/11 15:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 24-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 24/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 24-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 24/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Volume di lunedì 24/11/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 24-11-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di lunedì 24/11/2025 - ore 15:01

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 24-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di lunedì 24/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 24-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di lunedì 24/11/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 24-11-2025

  • PlayStop

    Cult di lunedì 24/11/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: Maurizio Porro ricorda Ornella Vanoni, di cui è stato intimo amico, e racconta aspetti della sua carriera spesso poco noti; Barbara Sorrentini in diretta dal Torino Film Festival 2025; Cristina Crippa, cointerprete e coregista di "Venivamo tutte dal mare", nuova produzione del Teatro Elfo Puccini; a Cuneo, al Complesso Monumentale di S. Francesco, la mostra "La Galleria Borghese. Da Raffaello a Bernini. Storia di una collezione"; la rubrica GIalloCrovi a cura di Luca Crovi...

    Cult - 24-11-2025

  • PlayStop

    Pubblica di lunedì 24/11/2025

    Voglia di Quirinale. Voglia di Palazzo Chigi. Voglia di Montecitorio e Palazzo Madama. L'attacco di Meloni a Mattarella si chiama «verticale del potere»: dall'alto al basso siamo tutti «fratelli d'Italia». Il premierato è utile, ma non è necessario per il progetto meloniano. Può essere sufficiente una «buona» legge elettorale che assicuri una maggioranza solida alla destra nelle elezioni del 2027 e spiani così la destra per un’ascesa al Quirinale di Meloni nel 2029. Pubblica ha ospitato la costituzionalista Alessandra Algostino e lo scienziato della politica Piero Ignazi.

    Pubblica - 24-11-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di lunedì 24/11/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 24-11-2025

  • PlayStop

    TONIA MASTROBUONI - LA PESTE

    TONIA MASTROBUONI - LA PESTE - presentato da Michele Migone

    Note dell’autore - 24-11-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di lunedì 24/11/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 24-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di lunedì 24/11/2025

    La COP30 in Brasile era partita con due obiettivi: triplicare i fondi per i paesi in via di sviluppo colpiti dagli effetti del riscaldamento globale e sottoscrivere un percorso per l’uscita dalla dipendenza e dall'uso dei carburanti fossili. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, un risultato su due è stato portato a casa. Ma chi avrebbe potuto fare pressioni per ottenere di più non l’ha fatto: gli USA assenti hanno boicottato, ma anche Cina e India, non pervenute, di fatto, mentre una Ue divisa alla fine ha battuto un colpo. Resta lo sforzo dei Paesi per raggiungere i loro obiettivi. L'analisi di Sara Milanese e il commento di Eleonora Cogo, responsabile del team Finanza in ECCO, il Think Tank sul cambiamento climatico. L'Europa cambia il piano Trump in almeno tre punti: nessuna concessione territoriale alla Russia prima del cessate-il-fuoco, un esercito per l'Ucraina più grande e nessun limite alle sue alleanze, l'uso dei fondi russi congelati in Europa per la ricostruzione (e no al 50% agli USA): sarà un piano digeribile anche per Trump? L'analisi di Federico Baccini, nostro collaboratore da Bruxelles. Infine Luigi Ambrosio inviato a Napoli per le elezioni regionali ci racconta il peso straordinario dell'astensionismo.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 24-11-2025

Adesso in diretta