Approfondimenti

Un accordo sulla pelle dei migranti

“L’accordo tra Unione europea e Turchia, che ha ridotto migliaia di migranti e rifugiati in condizioni squallide e pericolose, non dev’essere replicato con altri Paesi”.

È un giudizio severo, senza appello, quello di Amnesty International che ha fatto un bilancio a quasi un anno dalla ratifica dell’accordo che prevedeva 3 miliardi di euro al governo turco in cambio del blocco dei migranti verso i Paesi europei.

Un intesa – secondo l’organizzazione a difesa dei diritti umani – che è stata un disastro per le migliaia di persone abbandonate a se stesse in un limbo pericoloso, disperato e apparentemente senza fine sulle isole greche.

L’Europa invece considera gli effetti dell’accordo con Ankara un successo. I numeri dei migranti arrivati sulle coste greche dalla Turchia è calato nettamente a circa un centinaio al giorno, rispetto ai duemila precedenti al giorno. È lo stesso report di Amnesty a confermarlo: “Nel 2015 circa 800mila rifugiati sono arrivati sulle isole greche, mentre nei dieci mesi trascorsi dall’accordo il numero è sceso a 27mila”.

“È del tutto ipocrita che i leader europei descrivano l’accordo come un successo, mentre chiudono gli occhi di fronte al costo insopportabilmente alto, pagato da chi ne sta subendo le conseguenze”, è la risposta di Amnesty all’Europa.

amnesty foto 1 nell'articolo

Amnesty ha ricostruito quello che è accaduto in questi mesi: tutti i migranti sono stati automaticamente posti in centri di detenzione, dove coloro che vivono nei campi non possono lasciare le isole greche e sono costretti a vivere in condizioni squallide per mesi in aree sovraffollate, dove manca l’acqua calda, l’igiene è scarsa, il cibo è insufficiente e le cure mediche sono inadeguate.

Le condizioni generali sono degradanti e mettono a rischio la salute e la vita di migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Alle difficoltà provocate dalle scarse condizioni di accoglienza si aggiunge – spiega Amnesty – la paura degli abitanti delle isole per la loro sicurezza. Le misere condizioni dei campi, l’incertezza che i migranti provano per il loro futuro e le relazioni non facili con la popolazione locale hanno contribuito ad accrescere la tensione che ha portato anche a casi di violenza.

Nel campo dell’isola di Chio i rifugiati hanno subito attacchi di persone spinte da odio. Un siriano17enne fuggito da Aleppo ne ha raccontato uno: “Quando ci hanno attaccato abbiamo avuto paura e siamo corsi fuori dal campo. La gente urlava, i bambini piangevano. Non abbiamo proprio bisogno di provare ancora una volta cose del genere”.

Le donne sono particolarmente esposte alla mancanza di sicurezza sulle isole greche. Lo spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia: “Spesso sono costrette a vivere nei campi insieme agli uomini e a usare le stesse docce e gli stessi servizi igienici. Parecchie donne hanno denunciato di aver subito o aver assistito a offese, aggressioni sessuali e violenze”.

Amnesty International sostiene di aver verificato che alcuni richiedenti asilo sono stati espulsi in tutta fretta senza poter presentare richiesta d’asilo o appellarsi contro il primo rifiuto, in violazione del diritto internazionale.

amnesty foto 2 a chiudere

Riccardo Noury, voi fate queste denunce, ma l’accordo con Ankara aveva come assunto che la Turchia è un paese sicuro, dove i migranti possono stare e seguire l’iter per il riconoscimento del loro status.

“Ma questo è un falso assunto. Abbiamo dimostrato in questi mesi che la Turchia è un paese insicuro, non solo per i suoi abitanti. Molti migranti sono stati rimandati indietro verso i loro Paesi in guerra: Siria, Iraq, Afghanistan. La Turchia non è sicura e fino a quando non lo sarà l’Europa deve collaborare con il governo greco per trasferire urgentemente i richiedenti asilo dalle isole elleniche alla terraferma e verso altri Paesi europei”.

Intanto l’Europa rivendica come un successo l’accordo con la Turchia. Il numero dei migranti verso i Paesi europei si è ridotto notevolmente. Lei cosa risponde?

“E questo lo vogliamo considerare un successo? Allora anche quando era in funzione l’accordo tra Berlusconi e Gheddafi, il ministro dell’Interno di allora Maroni diceva ‘vedete che a Lampedusa non arrivavano più nemmeno un migrante’. Ma oggi come allora si portano avanti pratiche illegali: con Berlusconi i respingimenti, con l’accordo con la Turchia assistiamo al rinvio dei richiedenti asilo. Tutto questo non è qualcosa di cui vantarsi. Qui siamo davanti a una violazione del diritto internazionale”.

Lei dice questo ma l’Europa considera l’intesa con la Turchia un modello.

“I politici europei che sostengono che l’accordo con la Turchia potrebbe essere il modello per ulteriori accordi con Paesi quali la Libia, come sta avvenendo, oppure il Sudan, il Niger e altri ancora, dovrebbero guardare alle terribili conseguenze e sapere che quell’accordo non deve essere replicato”.

Lei diceva che c’è ipocrisia nel comportamento dell’Europa sui migranti. Perché?

“L’Europa, che ha avuto nel premier ungherese Orban un ispiratore per Donald Trump per tutte le misure cattive, aggressive, xenofobe, oggi contesta le politiche del presidente degli Stati Uniti, il muro con il Messico. Ma è la stessa Europa che poi chiude la rotta balcanica, che alza un muro sui Balcani, sebbene metaforico, fatto però di frontiere militarizzate, mentre si lasciano morire di freddo delle persone. Allora io dico che non c’è coerenza alcuna da parte dell’Europa”.

Federica Mogherini, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nei giorni scorsi ha detto che i nostri valori sono quelli per cui noi celebriamo la caduta dei muri e la costruzione dei ponti.

“Bene, ma allora bisognerebbe essere coerenti. Invece credo di poter dire che oggi l’Europa alza i muri e abbatte i ponti”.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio venerdì 28/11 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 28-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 28/11 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 28-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 28/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 28-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 28/11/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 28-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Doppia Acca di venerdì 28/11/2025

    Dal 2011 è la trasmissione dedicata all’hip-hop di Radio Popolare.

    Doppia_Acca - 28-11-2025

  • PlayStop

    News della notte di venerdì 28/11/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 28-11-2025

  • PlayStop

    Igor Giammanco

    Igor Giammanco - a cura di Paolo Massari

    Percorsi PerVersi - 28-11-2025

  • PlayStop

    Musiche dal mondo di venerdì 28/11/2025

    Musiche dal mondo è una trasmissione di Radio Popolare dedicata alla world music, nata ben prima che l'espressione diventasse internazionale. Radio Popolare, partecipa alla World Music Charts Europe (WMCE) fin dal suo inizio. La trasmissione propone musica che difficilmente le radio mainstream fanno ascoltare e di cui i media correntemente non si occupano. Un'ampia varietà musicale, dalle fanfare macedoni al canto siberiano, promuovendo la biodiversità musicale.

    Musiche dal mondo - 28-11-2025

  • PlayStop

    Sui Generis di venerdì 28/11/2025

    Una trasmissione che parla di donne e altre stranezze. Attualità, cultura, approfondimenti su femminismi e questioni di genere. A cura di Elena Mordiglia.

    Sui Generis - 28-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di venerdì 28/11/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 28-11-2025

  • PlayStop

    Sciopero generale dei sindacati di base: contro la manovra di guerra e per la Palestina

    Centinaia di migliaia di persone in 50 città, secondo gli organizzatori, tanti studenti e movimenti per la Palestina insieme ai lavoratori hanno animato le piazze dello sciopero generale indetto unitariamente dalle sigle del sindacalismo di base contro la manovra economica. Una manovra di guerra, condizionata dalla necessità di aumentare le spese militari e che taglia salari e stato sociale, il centro della protesta. A Roma la manifestazione si è concentrata davanti a Montecitorio, molto partecipati anche i cortei di Milano e di Genova, aperto dai lavoratori portuali insieme a Greta Thunberg. A Torino un gruppo di manifestanti a volto coperto ha fatto irruzione nella redazione de LA Stampa, vuota per lo sciopero, lasciando scritte e buttando all’aria materiali di lavoro. Il Cdr e il sindacato dei giornalisti hanno duramente condannato l’atto. A Venezia ci sono state cariche e l’uso di idranti quando i manifestanti hanno cercato di raggiungere la sede dell’industria militare Leonardo. Le interviste realizzate al corteo di Milano da Martino Fiumi.

    Clip - 28-11-2025

  • PlayStop

    Esteri di venerdì 28/11/2025

    1) Tutti gli uomini del presidente Zelensky. Il braccio destro del presidente ucraino, Andriy Yermak, si dimette dopo lo scandalo corruzione. (Chawki Senouci) 2) Impunità e silenzio internazionale. Dalla Cisgiordania a Gaza, il governo israeliano uccide con le armi e con la burocrazia. (Giulio Cocchini - CESVI) 3) Intercettare i migranti ad ogni costo. La Francia, su pressione del Regno Unito, sperimenta nuovi pericolosi metodi per fermare l’immigrazione della manica. (Veronica Gennari) 4) I figli dello stato. Il sistema di protezione dei minori in Francia è in crisi e la proposta di un nuovo disegno di legge apre lo spazio per un dibattito più ampio. (Francesco Giorigni) 5) Spagna, per la prima volta un presidente tedesco rende omaggio alle vittime del bombardamento di Guernica. (Giulio Maria Piantedosi) 6) Ogni secondo si perde un albero. Mentre l’unione europea rinvia la norma per salvaguardare le foreste, centinaia di specie di alberi sono a rischio estinzione. (Alice Franchi, Martina Borghi - Greenpeace Italia) 7) Mondialità. Il secondo tempo per le guerre commerciali. (Alfredo Somoza)

    Esteri - 28-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di venerdì 28/11 18:35

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 28-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di venerdì 28/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 28-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di venerdì 28/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 28-11-2025

  • PlayStop

    Volume di venerdì 28/11/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 28-11-2025

Adesso in diretta