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“Con Erdogan l’Europa balbetta”

Con la Turchia di Erdogan l’Europa sta balbettando: per ora reazioni forti non ci sono, salvo qualche dichiarazione. Ma le dichiarazioni, che sono anche tardive, non bastano: bisogna prendere decisioni forti”.

Piervirgilio Dastoli è stato il braccio destro di uno dei padri dell’Europa, Altiero Spinelli. Oggi guida il Movimento Europeo, e commenta con preoccupazione la timidezza della UE nei confronti della Turchia e di un presidente, Erdogan, scatenato nella repressione degli oppositori dopo il fallito golpe del 15 luglio.

“Ci troviamo di fronte a un paradosso: la Turchia  ha sospeso la Convenzione Europea per i Diritti Umani, ma la Turchia fa parte del Consiglio d’Europa. Ebbene io credo che l’Italia dovrebbe chiedere la sospensione di Ankara dal Consiglio stesso, è già successo in un’altra occasione che uno stato membro fosse sospeso”.

L’ atteggiamento del Governo italiano è timido secondo lei?

“No, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha fatto dichiarazioni molto forti, ma poi dalle dichiarazioni bisogna passare ai fatti. La Turchia, per esempio, ha un accordo di associazione con l’Unione Europea che non è un accordo culturale, bensì un accordo con conseguenze economiche, commerciali e finanziarie. Bisognerebbe chiedere che quell’accordo con la Turchia venga sospeso , come si fece al tempo della Grecia dei Colonnelli. E ancora, dato che Erdogan ha annunciato di voler ripristinare la pena di morte, è necessario che tutti i paesi che hanno in agenda richieste di estradizione verso la Turchia le sospendano immediatamente”.

I fatti di queste ore, e in particolare la represisone scatenata da Erdogan, allontanano definitivamente  la Turchia dall’Europa?

“E’ chiaro che in questa situazione i negoziati per l’adesione turca all’Unione non possono proseguire. Ma credo anche che dobbiamo riaprire il discorso sull’accordo scandaloso che è stato fatto con Ankara per bloccare i migranti. Su questo dossier la discussione va riaperta”.

Ascolta l’audio dell’intervista di Michele Migone a Piervirgilio Dastoli

Piervirgilio Dastoli

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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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