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Chi nutre davvero il pianeta

“Siamo noi giovani il futuro del cibo, e noi dobbiamo decidere come deve essere il  futuro del pianeta”: ha le idee chiare Edie Mukiibi, 29 anni, agronomo ugandese, al fianco dei contadini del suo Paese da quando era studente. “Nel 2007 il mais ibrido, che gli agricoltori erano costretti a seminare in monocoltura, non resistette alla siccità e alle malattie”; il raccolto che ne seguì, ricorda Edie, fu un vero disastro.“Proposi ai contadini di diversificare le coltivazioni e di recuperare i semi tradizionali, adatti al terreno, resistenti alla siccità e anche ai parassiti. Le cose iniziarono a migliorare: ora si affrontano meglio parassiti e malattie, e non si perde mai tutto il raccolto”.

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Edie, che oggi è vicepresidente di Slow Food International, era tra i 2500 giovani eroi del futuro che dal 3 al 6 ottobre sono stati protagonisti di We feed the Planet, evento internazionale organizzato da Slow Food e dalle rete Terra Madre. L’incontro si è tenuto nella Milano, per mandare un chiaro messaggio ad Expo, a poche settimane dalla sua chiusura. “I veri artigiani del cibo, quelli grazie ai quali il cibo buono e giusto arriva sulle nostre tavole tutti i giorni, sono i contadini, gli allevatori, i piccoli produttori che rispettano l’ambiente e gli animali – spiega Carlo Petrini, fondatore di Slow Food – Sono loro che salveranno il pianeta, per questo per noi sono gli eroi del futuro”.

Migliorare la vita della sua gente è anche quel che ha spinto Lee Ayu a tornare nella sua comunità indigena Akha a Maejantai, piccolo villaggio nel nord della Thailandia. “I miei nonni arrivano dalla Cina, e dopo aver vissuto in Birmania sono venuti in Thailandia. Viviamo in un’area rurale, lontana dai grandi centri” racconta Lee. Gli Akha parlano una lingua di origine tibetana, e subiscono discriminazioni dal governo thailandese, che non riconosce loro assistenza sanitaria. “Io sono stato il primo della mia famiglia a studiare. Dopo gli studi, sono tornato per fondare la Akha Ama Coffee, che mette in rete i produttori di caffè”.

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Da soli i contadini non riuscirebbero ad avere accesso al mercato, ma insieme stanno ottenendo buoni risultati, e la situazione economica è già migliorata. “Akha Ama Coffee, nel suo piccolo, fa quello che Slow Food fa in rete: workshop, sostegno, formazione”. E sostenibilità ambientale: “Rispettiamo le nostre risorse: l’acqua, le montagne, la foresta, l’aria. Sono i fattori che rendono il nostro prodotto unico e dobbiamo averne cura”.  Anche Lee è stato a Milano per We Feed the Planet: ha presentato, come tutti gli altri partecipanti, la sua esperienza, ed è tornato a casa con molte idee e consigli sul come rendere il suo progetto ancora più sostenibile.

Edie e Lee sono stati i protagonisti della prima puntata di We feed the Planet.

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    Sara Milanese
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    1) La linea della morte. A Gaza nonostante il cessate il fuoco ogni giorno i palestinesi vengono uccisi per aver oltrepassato la linea gialla. Ma nessuno sa davvero dove si trova. (Giulio Cocchini - CESVI) 2) Netanyahu chiede la grazia al presidente Herzog. Se concessa, il premier israeliano porterebbe definitivamente a termine lo smantellamento dello stato di diritto. (Meron Rapoport - +972) 3) Guerra in Ucraina, Zelensky a Parigi cerca l’appoggio europeo nel pieno dello scandalo corruzione e delle pressioni statunitensi. (Francesco Giorgini) 4) La concretezza del cambiamento climatico. I morti per le inondazioni che hanno colpito il sud est asiatico sono più di mille e la popolazione chiede ai governi azioni più efficaci. (Alice Franchi) 5) Nessun accordo in vista. Trump parla al telefono con il leader venezuelano Maduro e gli offre un ultimatum, ma intanto chiude lo spazio aereo sopra il paese. (Alfredo Somoza) 6) Germania, migliaia di persone hanno manifestato contro la fondazione della nuova formazione giovanile di Afd. (Alessandro Ricci) 7) 70 anni fa il “no” più famoso di sempre. Il primo dicembre 1955 Rosa Parks si rifiutò di cedere il posto sul bus a un bianco, gesto simbolo della lotta degli afroamericani. (Roberto Festa)

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    “Regole a Milano” sempre più spietate: i Delta V raccontano il nuovo album

    E’ da poco uscito “In Fatti Ostili”, nuovo album della storica formazione milanese Delta V. Durante il tour promozionale del disco, Martina e Carlo sono passati a Volume per raccontarcelo e suonarci alcuni pezzi dal vivo. A legare le nuove tracce, raccontano, “è stato il senso di spaesamento” ma anche “la sensazione di vivere in un mondo sempre più ostile e rivolto unicamente a se stesso”. Nella forma di un elegante cantautorato elettronico, l’album offre una lucida fotografia della società di oggi, in cui concetti di fiducia, altruismo e speranza paiono sempre più lontani. La metafora che la band utilizza per affrontare questi temi è spesso quella della città da cui proviene: “Milano ricorda molto Dorian Grey, si specchia e si vede sempre bella e giovane ma manca sempre più di sostanza”. Ascolta l’intervista e il MiniLive dei Delta V, a cura di Dario Grande.

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    In Cisgiordania situazione sempre più pericolosa, anche per gli attivisti

    Dopo l'aggressione a tre attivisti italiani in un villaggio vicino a Gerico, abbiamo intervistato Elena Castellani, attivista di Assopace Palestina, una delle organizzazioni di sostegno della missione in interposizione non violenta nei territori occupati, che ci spiega qual è il lavoro dei volontari e il contesto nel quale si trovano. “Gli attivisti internazionali di interposizione non violenta – spiega Elena Castellani - aiutano i palestinesi in vari modi, come la sorveglianza notturna o diurna, l'accompagnamento dei bambini, dei pastori, per cercare di evitare le aggressioni dei coloni, che sono praticamente quotidiane: i palestinesi vengono feriti, malmenati, a volte anche uccisi e quando va meno peggio, i coloni distruggono le proprietà, le case, ammazzano gli animali. I coloni vengono fiancheggiati dai militari israeliani che, invece, di proteggere gli aggrediti difendono i coloni, cioè gli aggressori”. L'intervista di Alessandro Principe.

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    La Fura dels Baus a Milano con un Amleto contemporaneo che lotta per l'ambiente

    La Fura dels Baus, celebre compagnia catalana, torna a Milano, alla Fabbrica del Vapore con la sua nuova creazione immersiva “SONS: SER O NO SER”, ispirata all’Amleto di William Shakespeare. L’opera sarà in scena fino al 14 dicembre 2025 in un allestimento site-specific che trasformerà completamente gli spazi della Fabbrica del Vapore, offrendo al pubblico un’esperienza sensoriale e coinvolgente fuori dagli schemi, che attraversa temi contemporanei, dall'ambiente ai conflitti. Lo ha spiegato Carlus Padrissa, direttore artistico della Fura dels Baus.

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