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La scomparsa del Lago Turkana

Un lago rischia di scomparire a poco a poco. Il Turkana è la principale fonte di sostentamento per popolazioni di pastori e pescatori in una regione prevalentemente arida. La maggior parte dell’acqua che alimenta il bacino verrà bloccata quando la diga sul fiume Omo, nella vicina Etiopia sarà a pieno regime. Lo sbarramento, Gibe III, realizzato dall’italiana Salini Costruttori è già contestato al di là del confine, per gli impatti sulle popolazioni etiopi della valle dell’Omo. In Kenya 300mila persone vivono delle acque del lago e della biodiversità di pesci e di piante che crescono sulle sue rive.

Ikal Ang’elei è direttrice esecutiva del gruppo di attivisti Friends of Lake Turkana che si batte per la giustizia ambientale della popolazione locale:

Il lago Turkana 1

Gli effetti della diga sulla vita attorno al lago Turkana sono devastanti. “Gli allagamenti dovuti alla variazione della portata del lago rappresentano una forma di sostentamento per le popolazioni locali che vivono di piccola agricoltura, aumentando il rischio di conflitti con le comunità che di vivono di pastorizia. L’impatto della diga potrebbe causare una riduzione del livello del lago che va da 5 a 10 metri per via della riduzione delle acque provenienti dal fiume Omo. Non si è tenuto conto di questo prima di costruire lo sbarramento”, spiega Ang’elei. Produrre energia per i campi di cotone dell’area potrebbe avere costi davvero ingestibili per l’ambiente.

In Etiopia non si parla dell’impatto che la diga avrà sul lago e lo stesso governo del Kenya sembra non voler fare nulla per ascoltare la popolazione che vive intorno al bacino. È troppo importante, infatti, l’energia prodotta dalla diga che servirà ad alimentare industrie e città. Ikal Angel’elei si batte per la partecipazione delle comunità alla gestione delle risorse:

Il lago Turkana 2

La protesta della popolazione locale continua: “Speriamo di riuscire a sensibilizzare le autorità locali a rappresentarci più di quanto abbia fatto fino ad ora il governo centrale. Le comunità pensano alla loro terra, all’acqua e alle risorse naturali. Lotteranno per i loro pascoli e per l’accesso all’acqua. Non hanno mai lottato per avere l’elettricità”, prosegue Ikal Angel’elei. Ora bisogna vedere quale interesse prevarrà: la terra oppure la più profittevole elettricità?

  • Autore articolo
    Marta Gatti
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    “Regole a Milano” sempre più spietate: i Delta V raccontano il nuovo album

    E’ da poco uscito “In Fatti Ostili”, nuovo album della storica formazione milanese Delta V. Durante il tour promozionale del disco, Martina e Carlo sono passati a Volume per raccontarcelo e suonarci alcuni pezzi dal vivo. A legare le nuove tracce, raccontano, “è stato il senso di spaesamento” ma anche “la sensazione di vivere in un mondo sempre più ostile e rivolto unicamente a se stesso”. Nella forma di un elegante cantautorato elettronico, l’album offre una lucida fotografia della società di oggi, in cui concetti di fiducia, altruismo e speranza paiono sempre più lontani. La metafora che la band utilizza per affrontare questi temi è spesso quella della città da cui proviene: “Milano ricorda molto Dorian Grey, si specchia e si vede sempre bella e giovane ma manca sempre più di sostanza”. Ascolta l’intervista e il MiniLive dei Delta V, a cura di Dario Grande.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    In Cisgiordania situazione sempre più pericolosa, anche per gli attivisti

    Dopo l'aggressione a tre attivisti italiani in un villaggio vicino a Gerico, abbiamo intervistato Elena Castellani, attivista di Assopace Palestina, una delle organizzazioni di sostegno della missione in interposizione non violenta nei territori occupati, che ci spiega qual è il lavoro dei volontari e il contesto nel quale si trovano. “Gli attivisti internazionali di interposizione non violenta – spiega Elena Castellani - aiutano i palestinesi in vari modi, come la sorveglianza notturna o diurna, l'accompagnamento dei bambini, dei pastori, per cercare di evitare le aggressioni dei coloni, che sono praticamente quotidiane: i palestinesi vengono feriti, malmenati, a volte anche uccisi e quando va meno peggio, i coloni distruggono le proprietà, le case, ammazzano gli animali. I coloni vengono fiancheggiati dai militari israeliani che, invece, di proteggere gli aggrediti difendono i coloni, cioè gli aggressori”. L'intervista di Alessandro Principe.

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    La Fura dels Baus a Milano con un Amleto contemporaneo che lotta per l'ambiente

    La Fura dels Baus, celebre compagnia catalana, torna a Milano, alla Fabbrica del Vapore con la sua nuova creazione immersiva “SONS: SER O NO SER”, ispirata all’Amleto di William Shakespeare. L’opera sarà in scena fino al 14 dicembre 2025 in un allestimento site-specific che trasformerà completamente gli spazi della Fabbrica del Vapore, offrendo al pubblico un’esperienza sensoriale e coinvolgente fuori dagli schemi, che attraversa temi contemporanei, dall'ambiente ai conflitti. Lo ha spiegato Carlus Padrissa, direttore artistico della Fura dels Baus.

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