Approfondimenti

Una tregua a Gaza? Devono convergere più variabili

gaza tregua ANSA

In queste ore una delle parole più utilizzate nella comunicazione politica, nella propaganda, nella diplomazia, nei media, in tutto quello che gira intorno al conflitto israelo-palestinese è tregua. In un senso o nell’altro. Nel giro di poche ore, per esempio, esponenti israeliani, così come rappresentanti di Hamas, hanno confermato che si stia lavorando intensamente a un cessate il fuoco ma poi hanno dichiarato che questo non sia il momento per un’interruzione delle ostilità.
Tutto questo mentre la diplomazia sta lavorando proprio per arrivare al più presto a una tregua. Diplomazia, va ricordato, che sta facendo fatica.

La domanda è se ci siano reali possibilità che nel giro di poco le armi si fermino, cercando di andare oltre le dichiarazioni ufficiali e la propaganda.

Partiamo dai diretti interessati.
Questa mattina Benjamin Netanyahu ha detto che non ha il cronometro in mano e che non ci sono ancora le condizioni per fissare il momento nel quale chiederà ai militari di fermarsi.
Da parte di Hamas sono arrivate dichiarazioni più possibiliste, ma nulla di concreto.
Entrambe le parti, a proposito di comunicazione a uso interno, devono dimostrare di aver vinto o comunque di aver raggiunto i loro obiettivi.
Netanyahu – in Israele si sta negoziando il nuovo governo – di aver neutralizzato una buona parte dell’arsenale dei gruppi armati palestinesi. Hamas di essere in grado di attaccare Israele e di essere ormai il principale difensore del popolo palestinese. In questo senso, è interessante citare il rappresentante di Hamas in Iran: “abbiamo cambiato in maniera importante il nostro concetto di resistenza, non difendiamo più solo Gaza ma tutta la Palestina”.

Poi c’è la diplomazia.
Sul campo il lavoro è affidato soprattutto a Egitto e Qatar, che hanno legami con Hamas. Ma in queste ore la dinamica più interessante è rappresentata da quello che sembra un primo spostamento dell’amministrazione Biden nei confronti di Netanyahu.
I due hanno parlato al telefono per la quarta volta e il presidente americano ha detto di aspettarsi già oggi un’importante riduzione delle violenze, in vista di una tregua.
In realtà la stessa TV israeliana aveva parlato di un possibile cessate il fuoco dalle sei di domattina, ma la notizia non è stata confermata e anzi è stata superata, almeno ufficialmente, dalla parole di Netanyahu e da quelle di alcuni militari citati dai media locali.

In ogni caso domani, giovedì 20 maggio, potrebbe essere una giornata importante. Ci sarà infatti un’ennesima riunione del consiglio di sicurezza ONU, la quinta dall’inizio della crisi. Finora gli Stati Uniti hanno bloccato il comunicato alla fine di ogni riunione. In sostanza hanno dato tempo a Israele. Ma le parole di Biden sembrano indicare che quel tempo sia quasi terminato. Oltretutto questa volta a Palazzo di Vetro si discuterà una proposta di risoluzione preparata dalla Francia – che copre una debolissima posizione europea – e la Casa Bianca non sembra intenzionata a mettere il veto, che sarebbe un veto pesantissimo.

Ma il lavoro della diplomazia – parlavamo prima di una certa fatica – si scontra con gli attori interni, concentrati sui loro obiettivi.
Nelle ultime ore, per esempio, raid e lancio di razzi si sono intensificati.
Certo, potrebbe essere l’ultima fiammata prima di un cessate il fuoco, una dinamica classica dei conflitti armati convenzionali.
Ma c’è anche un’altra dimensione, quella dei messaggi all’esterno.
Dopo la telefonata con Biden e dopo un incontro con i vertici della sicurezza Netanyahu ha detto di essere determinato ad andare avanti con l’operazione militare.

I rapporti con gli Stati Uniti si complicheranno sicuramente nel caso in cui gli americani raggiungessero un nuovo accordo con l’Iran, nemico numero uno di Israele, sul suo programma nucleare. Proprio oggi tutte le parti coinvolte nel negoziato di Vienna hanno espresso grande ottimismo. E proprio oggi sono stati sparati nuovamente verso il nord di Israele dei razzi dal sud del Libano, la roccaforte di Hezbollah, fedele alleato di Teheran. Non è detto sia stata una sua iniziativa, ma lo sviluppo conferma la complessità della situazione e la necessità di interpretarla con più chiavi di lettura.

  • Autore articolo
    Emanuele Valenti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio sabato 27/12 08:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 27-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve sabato 27/12 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 27-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di sabato 27/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 27-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 24/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Good Times di sabato 27/12/2025

    Good Times è il trampolino per tuffarsi in bello stile nel weekend. Visioni, letture, palchi, percorsi, incontri, esperienze, attività. Gli appuntamenti fissati dal calendario, ma anche le occasioni offerte dall’ozio. Un dispenser di proposte e suggestioni per vivere al meglio il proprio tempo libero. Tutti i sabati, dalle 11.30 alle 12, Good Times è il nostro viaggio nelle proposte del fine settimana. E insieme il nostro augurio per trascorrere giorni belli e momenti felici. Elena Mordiglia e Matteo Villaci si alternano nella conduzione.

    Good Times - 27-12-2025

  • PlayStop

    Terzo tempo di sabato 27/12/2025

    Nel rugby il terzo tempo è il dopo partita, quando gli animi si rilassano, si beve e si mangia insieme: questo è lo spirito con cui nasce questa trasmissione, che potrebbe essere definita una sorta di “spin off” di Esteri – in onda tutte le sere dal lunedì al venerdì dalle 19 alle 19:30 – oppure, prendendo in prestito la metafora sportiva, un “terzo tempo” di Esteri. Sarà una mezz’ora più rilassata rispetto all’appuntamento quotidiano, ricca di storie e racconti, ma anche di musica. A cura di Martina Stefanoni

    Terzo tempo – il settimanale di Esteri - 27-12-2025

  • PlayStop

    M7 - il settimanale di Metroregione di sabato 27/12/2025

    A cura di Roberto Maggioni, Alessandro Braga, Luca Parena e Chiara Manetti. M7 è il settimanale di Metroregione, una trasmissione per raccontare Milano e tutto quello che le sta attorno. In ogni puntata un tema affrontato a più voci. M7 è in onda tutti i sabati dalle 10.35 alle 11. Per comunicare con la redazione, per segnalazioni o spunti: metroregione@radiopopolare.it

    M7 – il settimanale di Metroregione - 27-12-2025

  • PlayStop

    Detto tra noi di sabato 27/12/2025

    Conversazioni con la direttrice. Microfono aperto con Lorenza Ghidini.

    Detto tra noi - 27-12-2025

  • PlayStop

    Apertura Musicale di sabato 27/12/2025

    Svegliarsi con la musica libera di Radio Popolare

    Apertura musicale - 27-12-2025

  • PlayStop

    Gli accampamenti alla Columbia University contro i fondi per Israele in un documentario

    Kei Pritsker, regista con Michael T Workman del documentario “The Encampments”, racconta ai microfoni di Radio Popolare i retroscena della protesta studentesca pro Palestina alla Columbia University. “Gli studenti della Columbia protestano da anni per la Palestina e per ottenere che l’università dismetta gli investimenti in Israele – spiega Pritsker. L’università ha un ingente fondo di dotazione che investe in ogni sorta di attività, molte delle quali riguardano aziende produttrici di armi, aziende manifatturiere che realizzano armamenti, motori per elicotteri, bulldozer e ogni tipo di attrezzatura utilizzata in queste operazioni”. “The Encampments” fa parlare i ragazzi e le ragazze di questo movimento studentesco che dall’aprile del 2024 ha montato le tende nel giardino del Campus per chiedere trasparenza, il ritiro del denaro dagli investimenti israeliani e l’amnistia per gli studenti puniti per le proteste. “Chiunque creda ancora a questa narrativa sull’antisemitismo nel movimento per la Palestina dovrebbe semplicemente guardare il film – assicura Kei Pritsker”. Al momento “The Encampments” ha una distribuzione indipendente che lo diffonde nei cinema più coraggiosi. L'intervista di Barbara Sorrentini per la trasmissione Chassis.

    Clip - 27-12-2025

  • PlayStop

    Manovre pericolose

    L’undicesimo episodio del podcast dell’Alleanza Clima Lavoro, a cura di Massimo Alberti, è dedicato a un tema centrale del dibattito pubblico: la Legge di Bilancio, ovvero lo strumento chiave per orientare la nostra spesa pubblica. Da sempre l’Alleanza Clima Lavoro richiama la necessità di sostenere il percorso di transizione verso un’economia a zero emissioni, integrando politiche climatiche, industriali e del lavoro, e rafforzando al contempo il welfare e la qualità della vita delle persone. La manovra economico-finanziaria del Governo per il 2026 procede, purtroppo, in direzione opposta: è una “manovra pericolosa” che, oltre a non offrire una prospettiva di decarbonizzazione, prevede un aumento delle spese militari cui si accompagnano tagli o mancati investimenti in sanità, istruzione, ambiente e politiche industriali. Nel corso della puntata emergono tutte le criticità di una Legge di Bilancio che rinuncia a svolgere un ruolo di indirizzo strategico per il futuro del Paese. Il confronto tra l’analisi della manovra e le proposte alternative per migliorarla rilancia una domanda di fondo: quale modello di sviluppo intendiamo davvero perseguire?

    Clip - 27-12-2025

  • PlayStop

    Doppia Acca di venerdì 26/12/2025

    Dal 2011 è la trasmissione dedicata all’hip-hop di Radio Popolare.

    Doppia_Acca - 26-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di venerdì 26/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 26-12-2025

  • PlayStop

    Percorsi PerVersi di venerdì 26/12/2025

    Poesie, liriche, sonetti, slam poetry, rime baciate, versi ermetici, poesie cantate. Ogni settimana Percorsi PerVersi incontra a Radio Popolare i poeti e li fa parlare di poesia. Percorriamo tutte le strade della parola poetica, da quella dei poeti laureati a quella dei poeti di strada e a quella – inedita – dei nostri ascoltatori.

    Percorsi PerVersi - 26-12-2025

  • PlayStop

    Musiche dal mondo di venerdì 26/12/2025

    Musiche dal mondo è una trasmissione di Radio Popolare dedicata alla world music, nata ben prima che l'espressione diventasse internazionale. Radio Popolare, partecipa alla World Music Charts Europe (WMCE) fin dal suo inizio. La trasmissione propone musica che difficilmente le radio mainstream fanno ascoltare e di cui i media correntemente non si occupano. Un'ampia varietà musicale, dalle fanfare macedoni al canto siberiano, promuovendo la biodiversità musicale.

    Musiche dal mondo - 26-12-2025

  • PlayStop

    Conduzione musicale di venerdì 26/12/2025 delle 19:48

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 26-12-2025

Adesso in diretta