Approfondimenti

Verso la fine l’evacuazione dei contingenti occidentali dall’Afghanistan, l’addio di Ronaldo alla Juve e le altre notizie della giornata

Cristiano Ronaldo ANSA

Il racconto della giornata di venerdì 27 agosto 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. All’indomani dell’esplosione all’aeroporto di Kabul, che ha ucciso almeno 170 persone tra cui 13 militari americani e tre cittadini britannici, le operazioni di evacuazione dei contingenti occidentali si stanno avviando verso la fine. Cristiano Ronaldo ha lasciato la Juventus e nel pomeriggio è stato ufficializzato il suo ritorno al Manchester United. Silvio Berlusconi ha lasciato l’Ospedale San Raffaele dopo un pomeriggio di controlli e la notizia dell’offerta a Giovanni Malagò di diventare il suo successore come leader di Forza Italia è stata smentita. Secondo la ricerca “Women’s Empowerment” l’eliminazione del divario salariale e l’aumento del tasso di occupazione femminile potrebbero generare un impatto economico fino a 9 trilioni di dollari nei Paesi del G20. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

La situazione in Afghanistan all’indomani dell’esplosione in aeroporto

(di Martina Stefanoni)

All’indomani dell’esplosione all’aeroporto di Kabul, che ha ucciso almeno 170 persone tra cui 13 militari americani e – notizia di poco fa – anche tre cittadini britannici, le operazioni di evacuazione dei contingenti occidentali si stanno avviando verso la fine. Oggi è partito anche l’ultimo volo verso l’Italia, concludendo così l’evacuazione del nostro paese.
Fuori dall’Abbey Gate, dove ieri c’è stata l’esplosione, si sono radunate di nuovo centinaia di persone che sperano di poter salire su uno degli ultimi voli che lasceranno il paese.
Stanno aumentando anche le persone che cercano di fuggire via terra, il Pakistan ad esempio ha riportato un numero di persone che vogliono varcare il confine tra i due paesi “senza precedenti”. Secondo alcune stime, sono oltre 20mila al giorno gli afghani che passano il confine, contro i 6mila abituali.
Oltre all’Italia hanno completato tutte le operazioni di evacuazione anche Germania, Svezia, Belgio, Paesi Bassi, Spagna, Ungheria, Danimarca, Canada e Australia, mentre sono ancora in corso le evacuazioni di Regno Unito, Qatar e soprattutto Stati Uniti, e secondo il Pentagono ci sono ancora circa 5.400 persone all’aeroporto che stanno aspettando di imbarcarsi.

Tutte le operazioni di evacuazione, comunque, dovranno concludersi entro martedì 31 agosto, cioè la data fissata dall’amministrazione del presidente statunitense Joe Biden e dagli stessi talebani, che si sono rifiutati di spostarla più avanti. Nel punto stampa del Pentagono è stato ribadito che quanto successo ieri non cambierà la deadline per il ritiro totale degli usa.

Questa mattina, dall’ospedale di Emergency di Kabul, il coordinatore medico Alberto Zanin ha raccontato come l’ospedale ha vissuto l’esplosione di ieri:

Poco fa si è anche concluso il punto stampa quotidiano del Pentagono. Il portavoce John Kirby ha innanzitutto chiarito che ieri c’è stata una sola esplosione e non due come invece era stato detto ieri. O meglio, un solo attacco kamikaze, seguito da sparatorie, ma non due kamikaze. Ha poi detto che le dinamiche dell’attacco non sono ancora chiare, ma che non c’è l’assoluta certezza che i talebani non siano stati coinvolti. Sembra chiaro, invece, che migliaia di miliziani dell’ISIS siano stati liberati dai talebani stessi, che quando hanno preso il controllo di Bagram hanno fatto uscire dalle prigioni membri dell’Isis e di Al Qaeda.

Il pentagono ha detto anche che “ci sono ancora minacce specifiche, credibili a Kabul”, e che l’Isis K rimane un pericolo reale. Ma ha specificato che la sicurezza all’aeroporto è stata incrementata per evitare altri attacchi, aggiungendo anche che sarebbe da irresponsabili non farlo. Su questo, anche il team di sicurezza nazionale statunitense ha informato sia Biden che la vice presidente Kamala Harris che un altro attacco è “altamente probabile”, e che i prossimi giorni saranno i più pericolosi di tutta la missione.

Nella conferenza stampa di questa notte, Joe Biden – rivolgendosi agli attentatori dell’aeroporto – ha detto: “Non dimenticheremo, non perdoneremo, vi daremo la caccia e ve la faremo pagare”. Il messaggio di Biden era rivolto all’attuale emiro dell’Isis-K, Shahab al-Muhajir. Quando un giornalista gli ha chiesto come pensa di colpire i mandanti dell’attacco kamikaze, Biden ha risposto: abbiamo qualche motivo per credere di sapere chi sono, troveremo modi di rintracciarli senza grandi operazioni militari.
Dal 2015, anno della sua nascita, l’Isis-K ha avuto 6 emiri. Uno è stato arrestato e 4 sono stati uccisi in attacchi aerei americani. Tutti quanti nel distretto di Achin, provincia di Nangarhar che confina con il Pakistan.
Per Biden – già criticato per il ritiro caotico dall’Afghanistan – gli effetti di quanto successo ieri rischiano di essere politicamente letali. Ne abbiamo parlato con Martino Mazzolis, giornalista e americanista:

(di Chawki Senouci)

Come dicevamo prima ormai il ritiro totale dei contingenti stranieri dall’Afghanistan è quasi giunto alla fine, e anche quello degli Stati Uniti dovrà concludersi necessariamente martedì, il 31 agosto. A quel punto l’Afghanistan dei talebani sarà un paese fantasma, senza quadri, medici, ingegneri, informatici, piloti, controllori aerei. Tutti in fuga. Oggi hanno chiesto alla Turchia di gestire l’aeroporto di Kabul. Tre ore e mezza di faccia a faccia tra i diplomatici di Ankara e una delegazione dei talebani nell’ala militarizzata dell’aeroporto, che dal 15 agosto ospita l’ambasciata turca. “Ci hanno detto: ‘Noi garantiremo la sicurezza, voi la gestione’. Ma non abbiamo ancora preso una decisione” ha detto il Presidente Erdogan.
La decisione finale è stata rinviata alla prossima settimana, dopo la scadenza del 31 agosto. La permanenza permetterebbe alla Turchia di rafforzare le sue ambizioni geopolitiche nella regione. Non solo: potrebbe diventare il punto di riferimento occidentale per ogni mediazione sulle future operazioni commerciali e umanitarie nello scalo.

Berlusconi non vuole che il suo partito gli sopravviva?

Silvio Berlusconi ha lasciato l’Ospedale San Raffaele dopo un pomeriggio di controlli.
Era stato ricoverato ieri per controlli post-COVID. Ancora una volta un episodio cardiaco aveva allarmato i medici che lo seguono. Il leader di Forza Italia dopo poco più di 24 ore è tornato a casa. Ieri, si è parlato di lui anche per un altro motivo: negli scorsi giorni ha incontrato il presidente del Coni Giovanni Malagò. Il quotidiano La Repubblica ha scritto che gli avrebbe offerto di diventare il suo successore come leader di Forza Italia. Malagò ha subito smentito. In realtà, Berlusconi non vuole che il suo partito sopravviva a lui.

Addio alla Juve. Cristiano Ronaldo torna al Manchester United

Cristiano Ronaldo ha lasciato la Juventus. È volato a Manchester, a sorpresa verso la sponda United, dopo che per giorni si era parlato di un suo passaggio al City di Guardiola. Lo United ha già avanzato un’offerta ufficiale al club di Torino. L’accordo è scontato visto la volontà di Cristiano Ronaldo di tornare a giocare con la squadra che lo aveva lanciato a livello internazionale prima del passaggio al Real Madrid. I dirigenti della Juventus non hanno preso bene la decisione del portoghese. L’allenatore Max Allegri è stato lapidario: i campioni passano, la Juve rimane. In realtà la Serie A ha perso l’ultimo Top Player che era rimasto. Per il club di Casa Agnelli, l’intera operazione Ronaldo, iniziata tre anni fa con l’obiettivo di vincere la Champions si è rivelata un’operazione in perdita.

(di Matteo Serra)

Quello che per tutta l’estate era nell’aria ma sembrava impossibile che accadesse davvero, alla fine è successo: Ronaldo non giocherà più nella Juve. Allegri non ha voluto fare drammi, dicendo che la Juve andrà avanti anche senza di lui. Ma quello che si chiedono i tifosi e in generale gli appassionati di calcio à come lo farà: perchè Ronaldo alla Juve è stato uno dei colpi mediatici ed economici più importanti della storia del calcio italiano e la sua presenza o meno non è un dettaglio: pagato quasi 100 milioni tre anni fa, ha fatto 101 gol in 134 partite ma non è mai riuscito a portare a Torino ciò per cui era stato preso: la Champions League. A fronte di uno stipendio di 31 milioni all’anno, del fatto che tra sei mesi Ronaldo avrà 37 anni e con il contratto in scadenza nel 2022, la Juve non poteva trattenere il portoghese, e per cederlo chiederà la cifra necessaria a evitare una minusvalenza nel bilancio, fattore fondamentale in questi tempi di magra. I pochi giorni e la ancor minore disponibilità economica impediscono di pensare a grandissimi nomi per sostituirli e così la Juve inizia la sua stagione con un sentimento diverso già solo rispetto a qualche giorno fa: in campionato, almeno per i bookmakers, resta favorita, ma con uno scarto nettamente minore sulle altre. La Juve in questi anni ha aumentato il suo blasone, perchè avere Ronaldo in rosa porta attenzioni mediatiche da ogni angolo del mondo, ma al tempo stesso si è snaturata. Ronaldo è un monarca assoluto e vuole essere messo al di sopra di tutto, addirittura della Juventus stessa. Se il suo addio sarà una motivazione o una sciagura, lo inizieremo a scoprire già dalla prossima partita.

Donne e occupazione, l’Italia sotto alla media europea

(di Claudia Zanella)

L’occupazione femminile, o meglio meglio la scarsa occupazione femminile è un problema economico e non solo di diritti. Secondo le stime dello Studio Ambrosetti nella ricerca “Women’s Empowerment”, l’eliminazione del divario salariale e l’aumento del tasso di occupazione femminile, fino a eguagliare quello maschile, potrebbe generare un impatto economico fino a 9 trilioni di dollari nei Paesi del G20.
La ricerca mostra che il tasso di donne occupate o alla ricerca di lavoro in Europa è del 67,9%, una media che scende al 56,5% in Italia.
Un altro dato interessante è quello delle donne che hanno accesso a posizioni manageriali. In Italia sono solo il 27,8%, contro una media europea del 34,5.
E nonostante il divario salariale orario in Italia sia tra i più bassi d’Europa – 5,6% contro una media europea del 14,1% – a livello pensionistico la forbice si allarga notevolmente, a causa del fatto che le donne lavorano in media meno ore. Tra le cause che impediscono alle donne di partecipare pienamente alla vita attiva c’è lo squilibrio nei compiti di cura familiare.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Il cantautore texano Micah P Hinson questa sera sarà dal vivo a Milano, a Santeria (e poi a Roma il 19 novembre e a Torino il 22), con le canzoni di un album ambizioso ed emozionante. È il secondo disco che realizza con Alessandro "Asso" Stefana, che ha conosciuto allo Sponz Fest di Vinicio Capossela: "Devo tantissimo ad Asso, in questi anni è stato il mio cheerleader e il mio manager: ha avuto una visione sul mio futuro musicale e mi ha aiutato a raggiungerlo". In questa intervista con Niccolò Vecchia, Micah P Hinson ci ha raccontato come e quanto questo nuovo album sia il disco di cui è più orgoglioso.

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    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

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    Walter Valdi e la Milano di una cena a mille lire. L'intervista al regista Valerio Finessi

    “Mi ricordavo di questo omino con gli occhiali che leggeva degli annunci un po’ strani”, racconta Valerio Finessi, regista di “Walter Valdi, un milanese a Milano”. Finessi descrive in un documentario la figura di Walter Valdi (Nicola Walter Gianni Pinnetti 1930-2003), cantautore e cabarettista della squadra storica del Derby Club di Milano. Prima avvocato e poi attore, è stato diretto da Giorgio Strehler, ha sempre scelto di cantare in dialetto milanese, senza però ottenere il successo di altri suoi compagni di lavoro come Cochi e Renato, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci. “E’ stato dimenticato perché la scelta del dialetto meneghino lo ha un po’ isolato” spiega Finessi. Walter Valdi ha scritto brani per il Coro dell’Antoniano, portati in scena allo Zecchino d’Oro e ha recitato in alcuni film di Maurizio Nichetti, Carlo Lizzani, Ermanno Olmi e Luigi Comencini. Ascolta l'intervista di Barbara Sorrentini a Valerio Finessi.

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