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    Memos |

    Lavoro 4.0, c’è posto anche per te?

    A cura di:

    Raffaele Liguori

    E’ in corso una rivoluzione tecnologica che porterà alla distruzione di milioni di posti di lavoro. In Gran Bretagna, ad esempio, nei prossimi vent’anni potrebbero scomparirne 15 milioni a causa dell’automazione (lo sostiene il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney). La trasformazione tecnologica del lavoro è già in atto: le macchine sostituiscono le persone agli sportelli delle banche o ai caselli autostradali o al bancone del ristorante. E’ successo già in passato, si potrebbe obiettare, quando le macchine hanno sostituito per decenni le persone nelle fasi precedenti dell’industrializzazione. Una fase di distruzione a cui, però, ne è seguita un’altra di creazione di nuovi posti di lavoro...Cosa c’è di diverso nella rivoluzione tecnologica di oggi? Per Marta Fana, economista, dottoranda di ricerca in economia all’Istituto di studi politici di Parigi, ospite oggi a Memos, le differenze ci sono. «Secondo le analisi pubblicate fino ad oggi - sostiene Fana - sappiamo che la quarta o la quinta rivoluzione tecnologica toglierà più lavoro di quanto ne produrrà. Fino ad oggi le rivoluzioni industriali hanno aperto spazi a nuovi mestieri, lavori, mentre ciò che sembrerebbe oggi è che quello spazio espansivo potrebbe contrarsi». Marta Fana nel corso della puntata di Memos commenta anche un’altra trasformazione del lavoro, oltre a quella tecnologica. E’ la trasformazione demografica, antropologica, del lavoro. In Italia l’età media di chi lavora è passata da 38 a 44 anni nel periodo che va dal 1993 al 2016. I giovani sotto i 35 anni sono passati dal 41% al 22% del totale degli occupati.

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