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    Radio Popolare ricorda Beppe Viola (prima parte)

    A cura di:

    Le redazioni di Radio Popolare – Popolare Network

    Giornalista sportivo dal linguaggio rivoluzionario, coautore delle canzoni di Enzo Jannacci, di Cochi e Renato, uomo mite dall’ironia tagliente, a 25 anni dalla sua scomparsa, Beppe Viola è un genio dimenticato, lontano come la Milano che ha saputo raccontare attraverso le storie minori dei marciapiedi e delle fiaschetterie. Radio Popolare-Popolare Network lo ricorda mercoledì 17 ottobre 2007con un radiodocumentario di novanta minuti (come una partita senza intervallo) intitolato Quelli che… si fanno vivi quando ritornano. Quelli che… si fanno vivi quando ritornano è un viaggio in macchina nella Milano di Beppe con un driver d’eccezione, Giorgio Terruzzi, scrittore e giornalista Mediaset, ma soprattutto discepolo prediletto di..Viola. L’itinerario: Via Lomellina, Marchettificio di Via Arbe, Ippodromo e Stadio di San Siro, ex Derby Club, Bar Gattullo, Sede Rai. Si uniranno al racconto le voci di Fabio Fazio, Enzo Jannacci, Gianni Mura, Diego Abatantuono, Cochi Ponzoni, Paolo Casarin, Bruno Pizzul. Ad accompagnare il racconto, le note di Renato Sellani, Folco Orselli e Pepe Ragonese che rileggeranno il capolavoro della collaborazione Viola-Jannacci, Vincenzina e la Fabbrica. Il radiodocumentario, curato da Paolo Maggioni e Claudio Agostoni, è andato in onda all’interno del quotidiano di costume e società Jalla!Jalla! (prima parte)

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    MASSIMO FAGIOLI - DA DIO A TRUMP - presentato da Michele Migone

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    Triplicati i “baby killer”? Era una bufala del ministero

    “Triplicati gli omicidi di minorenni” aveva detto a febbraio il ministero degli interni che annunciava il passaggio da 13 omicidi commessi da minori nel 2023 a 35 nel 2024. Così partiva una campagna mediatica (soprattutto di destra) sull’allarme “baby-killer” che arrivava dopo i provvedimenti contro i rave, contro le occupazioni nelle scuole, contro i giovani in generale, soprattutto se figli di stranieri. I dati però, come rivela uno studio pubblicato da Sistema Penale, erano sbagliati perché oggi il Ministero ci dice che gli omicidi commessi da minori erano 25 nel 2023 e 26 nel 2024. “Stiamo perdendo la lucidità necessaria per affrontare il tema e il discorso pubblico sulla sicurezza”, commenta Roberto Cornelli, docente di criminologia dell’Università degli Studi di Milano, che analizza la campagna mediatica: “è particolarmente grave che questi dati errati vengano divulgati da fonti ministeriali e se si parte da qua ovviamente si pensano politiche di emergenza, forme di controllo straordinario e anche un irrigidimento del sistema penale minorile che perde la sua valenza educativa”. In sostanza, ci dice il docente, stiamo rifacendo gli stessi errori di Stati Uniti e Francia: non si affronta il problema dai dati ma sulla base del discorso politico sul tema: “Siamo passati dalla narrativa dei giovani danneggiati dal Covid a una criminalizzazione soprattutto quando si tratta di giovani di seconda generazione, incrociando la dimensione giovanile e quella migratoria sotto il segno della sicurezza, è questo il tema di un certo modo di far politica oggi”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli a Roberto Cornelli.

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    Presto Presto - Interviste e Analisi di martedì 18/11/2025

    Cop30 in Brasile: la "cupola dei popoli" ha finito i suoi lavori e lancia il suo manifesto come ci racconta Antonio Pacor, documentarista e membro del percorso dei Forum sociali mondiali; dall'altra parte i governi serrano le trattative per portare a casa il risultato di obiettivi più chiari e stringenti per non raggiungere subito il limite di 1.5° di aumento del riscaldamento globale, come ci spiega Mariagrazia Midulla, responsabile del reparto Clima ed Energia del WWF Italia. Vi ricordate l'allarme "baby-killer" e tutta la campagna sulla violenza fuori controllo dei minori (ancora di più se figli di stranieri), ecco i dati usati sono sbagliati se non proprio falsi e che il tema sicurezza è proprio male rappresentato e affrontato: l'analisi di Roberto Cornelli docente di Criminologia all’Università degli Studi di Milano. Oggi è il primo giorno dell'anno in cui le donne europee lavorano gratis rispetto ai loro colleghi maschi che invece continuano a essere pagati, a pari mansione, anzianità ecc. colpa del divario salariale che è cresciuto in questi anni (non diminuito) l'analisi di Nicole Boccardini Operation Manager di IDEM Mind the GAP.

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