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Vuole ospitare migranti: “non mi arrendo”

Gabriele Buscaini non si arrende.

Dopo che qualcuno ha tentato di dare fuoco a una casa di sua proprietà, a San Lorenzo, in provincia di Trento, ribadisce che il suo Bed and Breakfast è a disposizione per ospitare i richiedenti asilo.

Nonostante le fiamme. E nonostante le proteste e le manifestazioni ostili di Lega e Casapound. Oggi il sindaco di San Lorenzo, i vicini di casa e gli operatori di Cinformi, il centro informativo per l’immigrazione della provincia di Trento, si sono incontrati per un sopralluogo e per cercare di allentare le tensioni.

Il danno è veramente irrilevante – dice Gabriele Buscaini a Radio Popolare – se avessero voluto fare più danni li avrebbero fatti. Certo che il gesto si condanna da solo. La Lega ha presidiato la casa, Casapound ha appeso questo striscione, ci sono state delle forti discussioni riguardo a questo quando c’è stata la serata informativa di Cinformi a San Lorenzo. Quello che mi meraviglia è che San Lorenzo è sempre stato accogliente, infatti sul suo territorio di San Lorenzo ci sono circa un centinaio di immigrati provenienti dall’Europa dell’Est, solo che in questo caso, non so per quale motivo e sinceramente non riesco a capirlo, è venuto fuori questo bordello“.

Gabriele ci tiene a fare una precisazione: “Il sindaco – ci dice – non deve concedere alcuna autorizzazione. Quando i tecnici di Cinformi hanno fatto dato il via libera all’accoglienza dei richiedenti asilo nel mio B&B lo hanno messo al corrente, ma lui non era tenuto né a dare il consenso né a negarlo“.

Dopo il tentativo di incendio, tu sei tornato in paese?

No, purtroppo in questi giorni ho avuto parecchio da lavorare qui in Germania, però mi sono sempre tenuto in contatto con Cinformi, con il sindaco e con un vicino in particolare. Ho parlato con Cinformi e ho detto che non sarei venuto alla serata informativa per il semplice motivo che non volevo catalizzare l’attenzione su di me, non certo per paura, ma perché volevo che Cinformi spiegasse il progetto di integrazione di questi ragazzini in Trentino, che secondo me funziona abbastanza bene. Io per fortuna ho subìto solo un danno limitato, che tra l’altro non è alla casa che ospiterà i rifugiati, ma è la casa di una persona terza.

Hai detto che ci sono stati altri attentati?

In Trentino sì, penso che i giornali ne abbiano parlato. Ci sono stati altri problemi di questo tipo, però dopo si è tutto tranquillizzato e penso che la gente abbia capito i ragazzi rifugiati si possono integrare benissimo sul posto e adesso funziona tutto bene. Anche nei paesi vicini a noi non ci sono stati attentati e ci sono rifugiati che si sono integrati benissimi. Penso che succederà lo stesso a San Lorenzo. È un bellissimo paese ed è sempre stato dedicato all’accoglienza. In questo caso, non so se per motivi politici o per la situazione che c’è in Italia riguardo a questa cosa, è venuta fuori questa scintilla.

san lorenzo in banale

  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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    È da poco uscito il secondo EP di Wayloz, artista italo-nigeriano che oggi è passato a trovarci a Volume per suonare alcuni brani. “Mentre nel precedente ep ho voluto catturare l’essenza di ciò che ero io con la chitarra in mano, qui c’è molto più spazio per gli arrangiamenti e per altri strumenti musicali”, spiega Wayloz. Tra folk primitivo, altrock, blues e suoni dell’Africa tribale, il disco è un viaggio tra atmosfere desertiche e rurali, che esplora il rapporto con la natura ma non solo: il titolo “We All Suffer” è più che altro un invito a riconoscere una condizione che è di tutti e a “trovare solidarietà e fratellanza con le altre persone”. L'intervista di Elisa Graci e Dario Grande e il MiniLive di Wayloz

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    Da Cortina a Milano in 12 giorni errando per antiche vie

    Errando per Antiche Vie è una grande azione performativa in cui artisti e pubblico percorrono a piedi la distanza che separa Cortina e Milano, tra il 5 e il 16 dicembre, a un mese dall’inizio delle Olimpiadi, per raccontare un territorio incredibile, contraddittorio che per la prima volta viene messo in luce dalle Olimpiadi. Un cammino lungo oltre 250 km, spettacoli teatrali e di danza, letture, pasti di comunità, incontri e dibattiti: un racconto della montagna fatto di sostenibilità, di protagonismo dei territori alpini e prealpini, di chi decide di vivere e lavorare in quota e nei territori periferici, al di là della spettacolarizzazione del momento olimpico. Michele Losi di Campsirago Residenza ha raccontato a Cult tutto il percorso. L'intervista di Ira Rubini.

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