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Morto Aiello, l’uomo dei misteri Stato-mafia

Era noto alle cronache come “Faccia da mostro”, dal soprannome che gli avevano dato nell’ambiente delle cosche mafiose a Palermo. Il suo volto era rimasto sfigurato quando, da poliziotto nella Sardegna degli anni 60, aveva rimediato una fucilata in un conflitto a fuoco con gli uomini del bandito Graziano Mesina.

Giovanni Aiello, ex agente della mobile di Palermo e funzionario dei servizi segreti, è morto stamattina per un infarto, mentre era in spiaggia a Montauro, il paese della Calabria dove abitava da anni. Negli ultimi anni il suo nome era entrato nelle principali inchieste di mafia: secondo molti pentiti era un’importante figura di raccordo nell’indicibile convergenza di interessi tra Cosa Nostra e lo Stato.

Chi lo vedeva in faccia non lo dimenticava. E in molti lo hanno visto sulla scena dei principali delitti di mafia degli ultimi 25 anni. Delitti in cui, hanno poi accertato le indagini, c’era la complicità di pezzi dello Stato.

Giovanni Aiello alla fine degli anni 60 è un agente della squadra mobile di Palermo, il suo capo è Bruno Contrada, anche lui finito poi indagato per mafia. Aiello però è anche un agente dei servizi segreti, e in questa veste si sarebbe prestato al lavoro sporco che per alcuni delitti eccellenti ha messo insieme interessi di Cosa Nostra e di pezzi deviati degli apparati statali.

Il suo volto deforme è rimasto impresso nella memoria di molti pentiti per averlo visto in via D’Amelio il giorno della strage, nei pressi della villa dell’Addaura quando fu ritrovato l’esplosivo che doveva uccidere Giovanni Falcone, è stato riconosciuto dal padre dell’agente Nino Agostino ucciso nel 1989 e indicato tra i responsabili dell’ omicidio del commissario Ninni Cassarà nel 1985.

Anche Massimo Ciancimino, che a dire il vero è stato poi condannato per calunnia, ha raccontato che suo padre, don Vito, riceveva a casa sua uomini dei servizi segreti – tra cui faccia da mostro – per discutere della famosa Trattativa. Proprio in relazione alla Trattativa, di recente la procura di Reggio Calabria aveva aperto una nuova inchiesta su Giovanni Aiello, che avrebbe indotto un testimone a mentire ai pm. Chissà dove sarebbe arrivata quell’indagine: a Palermo, Catania e Caltanissetta faccia da mostro era sempre uscito indenne dalle inchieste, a suo carico non sono mai state trovate prove sufficienti.

  • Autore articolo
    Lorenza Ghidini
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    Sì Meazza: “I ricavi dei concerti basterebbero a coprire i costi per la gestione dello stadio”

    Se Inter e Milan lasciassero lo stadio non è vero che il Comune di Milano si troverebbe ad affrontare dei costi insostenibili. Lo ha spiegato il comitato Sì Meazza, una delle realtà che si oppongono alla vendita e al conseguente abbattimento dello stadio, in un incontro a palazzo Marino. Dagli ultimi bilanci di M-I Stadio srl, la società che gestisce il “Meazza” per Inter e Milan, si evince che la maggior parte dei ricavi negli ultimi due anni viene dai concerti, dalle visite all’impianto, dal museo e da attività non strettamente correlate ai club. Ricavi che potrebbero coprire senza problemi le spese annuali di gestione. Il comitato cerca così di smentire uno degli argomenti adottati più spesso da chi sostiene la necessità della vendita dello stadio alle società di calcio. Sentiamo Luigi Corbani del comitato Sì Meazza.

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