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Parigi, le voci della protesta

È sotto il sole di una Parigi primaverile che è partito il lungo periodo di proteste e cortei contro la legge sul lavoro promossa dal governo di Manuel Valls. Oggi è prevista un’altra mobilitazione generale, con manifestazioni in tutto il Paese e, di nuovo, con lo sciopero dei trasporti.

Due giorni fa, la prima grande prova generale, dopo l’approvazione della legge da parte dell’Assemblea nazionale: a Parigi i manifestanti (tra gli 11 e i 12mila per la polizia, 55mila secondo la CGT) hanno risposto all’appello di sette sigle sindacali e studentesche e, accompagnati su tutto il percorso da un doppio cordone di polizia, hanno sfilato per il sesto giorno in poco più di due mesi scandendo slogan per il ritiro della legge El-Khomri.

Una legge su cui il governo ha posto la fiducia alla Camera la settimana scorsa e che, secondo Claire, 61 anni, “è una legge di merda, una regressione completa! Torniamo al Diciannovesimo secolo, distruggiamo tutti i diritti conquistati finora, da dopo la guerra grazie al Consiglio nazionale della resistenza e a tutte le lotte sociali!”

Ascolta Claire

parigi voce claire

 

Thomas, quarantenne, spiega che “è tutta l’architettura della legge che è pericolosa. Si vuole lasciare alle aziende la definizione dei diritti dei lavoratori. E noi pensiamo che il Codice del lavoro generale, valido per tutte le aziende, serva a proteggere meglio i lavoratori. Altrimenti ci sarebbero delle differenze nei diritti sociali in base al luogo di lavoro”.

Ascolta Thomas

parigi voce thomas

 

François Hollande ha ribattuto che non cederà alle pressioni della piazza e che la legge passerà in ogni caso. Un atteggiamento che non scoraggia Pauline, 25 anni, in piazza dall’inizio delle proteste: “È da tanto che manifestiamo ma evidentemente il governo ascolta più i padroni di noi ed è per questo che continueremo a mobilitarci fino al ritiro di questa legge. Io sono qui, nel corteo giovani, e penso che sia fantastico, sapendo che siamo in periodo di esami e ci sono state due settimane di vacanza, che siamo così numerosi e determinati”.

Ascolta Pauline

parigi voce pauline

 

La manifestazione di martedì, iniziata pacificamente, è stata interrotta a partire da metà percorso da alcuni scontri tra manifestanti e polizia. Lanci di petardi, fumogeni e bombe stordenti hanno accompagnato il corteo fino alla fine. I carri dei sindacati non hanno nemmeno messo piede in piazza Denfert-Rocherau, invasa da una nube di fumo urticante. Scontri tra manifestanti e forze dell’ordine avevano già avuto luogo a Nantes e Rennes.

Oggi la protesta continua.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

    Jazz in un giorno d’estate - 01-07-2025

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    Poveri ma in ferie di martedì 01/07/2025

    quando le piante dei nostri balconi tirano un sospiro di sollievo, perché finalmente qualcuno che la sa lunga ci spiega come e quando bagnarle, come trattarle, reinvasarle, esporle al sole. Ospite della puntata Ambra Pagliari (pianteinveranda su Instagram). A seguire microfono aperto con tutti gli scempi da pollice nero di cui siete e siamo capaci. Con Vittoria Davalli e Alessandro Diegoli

    Poveri ma belli - 01-07-2025

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    Almendra di martedì 01/07/2025

    Almendra è fresca e dolce. Almendra è defaticante e corroborante. Almendra si beve tutta di un fiato. Almendra è una trasmissione estiva di Radio Popolare in cui ascoltare tanta bella musica, storie e racconti da Milano e dal mondo, e anche qualche approfondimento (senza esagerare, promesso). A luglio a cura di Luca Santoro, ad agosto di Dario Grande.

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    Addio all’architetto Francesco Borella

    E’ morto l’architetto Francesco Borella, per tanti il papà del Parco Nord Milano. Lo ha diretto per venti anni dagli inizi degli anni ‘80, quando lo ha progettato insieme al paesaggista Adreas Kipar. Cava dopo cava, orto spontaneo dopo orto spontaneo, aziende agricole in dismissione dopo aziende agricole a fine ciclo, ha rigenerato e riconesso con percorsi ciclopedonali l’ampia area che tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo si estende a Cusano Milanino, Cormano e ai quartieri milanesi di Affori, Bruzzano, Niguarda e Bicocca. Un parco che negli anni ‘70, quando è stato voluto con le mobilitazioni popolari, sembrava impensabile che potesse avere le presenze che ha il più noto e storico Parco di Monza. Fabio Fimiani ha chiesto un ricordo dell’attuale presidente del Parco Nord di Milano, Marzio Marzorati. Radio Popolare si stringe affettuosamente con un abbraccio ai figli Joanna, Cristiana, Giacomo e Sebastiano Borella.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

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