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Play Psicoradio |Vivere insieme fa bene
A cura di:La redazione di Psicoradio
Accogliere in casa chi vive per strada o chi soffre di un disturbo psichico migliora la vita di chi ospita e di chi è ospitato. Storie di convivenze fuori dal comune. Buon compleanno IESA Bologna Avere una casa, un luogo dove vivere e sentirsi a proprio agio è fondamentale per stare bene. L’accoglienza, come condivisione di spazi e di tempo tra persone che hanno stili di vita e necessità differenti, ma decidono di incontrarsi e intrecciare le loro esistenze, è al centro della puntata di Psicoradio di questa settimana. Abbiamo partecipato alla conferenza organizzata dallo IESA (Inserimento Etero-familiare Supportato di Adulti) di Bologna in occasione del suo decimo anno di attività. Lì abbiamo conosciuto molti progetti che propongono diversi modi di accoglienza e abbiamo intervistato alcuni operatori. Lo IESA è un progetto che lavora per affidare a chi soffre di disturbi psichici, un luogo e una famiglia diversa da quella di origine. In alternativa ad una comunità’ psichiatrica, magari senza troppe prospettive, si trova una nuova casa a persone che sono considerate in grado di trarne giovamento. Nella maggior parte dei casi le convivenze danno grandi soddisfazioni, sia agli ospiti che agli ospitanti. A volte però alcune convivenze si interrompono. Ma per Carolina Conti, psicologa del Dipartimento salute mentale nel progetto IESA: “nessuna convivenza è stata un fallimento. Le convivenze concluse, non lo sono mai per uno strappo netto o per una chiusura delle relazioni. Spesso si tratta di una rivalutazione del percorso che può sfociare, ad esempio, in un percorso in autonomia”. Quando lo IESA è sbarcato in Italia Psicoradio ha intervistato Gianfranco Aluffi, lo psicoterapeuta che ha portato per primo lo IESA in Italia, a fine anni 90. Raccontando successi e difficoltà del suo lavoro con IESA negli ultimi 20 anni, Aluffi si sofferma sullo stereotipo della pericolosità che, fortunatamente, non è presente nelle famiglie che decidono di offrire ospitalità. In ogni caso, il fatto che i media parlino di “pazzia” sempre collegata a episodi di cronaca nera di certo “non aiuta a fare il lavoro di inclusione sociale” che dovrebbe essere centrale per i servizi di salute mentale. Niente è più importante della casa: Housing first L’importanza della casa per chi è costretto a vivere in strada è l’argomento che abbiamo affrontato con Sara Giusti, coordinatrice del programma Housing First Co. Bo. di Bologna, progetto gestito da ASP di Bologna affidato a Consorzio l’Arcolaio e la cooperativa sociale Piazza Grande. Ci racconta alcune delle storie di chi ha ottenuto una casa e da lì ha ricostruito la propria identità e la propria vita. “Il principio cardine dell’Housing first è il diritto alla casa come diritto imprescindibile per ogni persona. Al di la delle difficoltà che ognuno di noi può avere in un determinato momento della vita è importante avere un luogo stabile, sicuro e non transitorio in cui poter stare e da cui poter avere una sicurezza per riprogettare la propria vita.”
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