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Natale 1886: in Louisiana nasce Kid Ory

Centotrenta anni fa, il giorno di Natale del 1886, nasceva Kid Ory, una delle personalità fondamentali del jazz delle origini: non solo il più grande trombonista del jazz classico, il battistrada dell’uso nel jazz del suo strumento, ma anche un pioniere della vicenda discografica della musica neroamericana.

La Original Dixieland Jazz Band incide quello che è considerato il primo disco della storia del jazz nel febbraio 1917: si tratta di un complesso di musicisti bianchi di New Orleans che si è formato a Chicago e che sull’onda del successo che ottiene nei locali di Chicago e poi di New York ha l’opportunità di registrare. Ma bisogna aspettare fino a sei anni dopo, fino al 1923, perché due prominenti protagonisti del jazz di New Orleans, il cornettista nero King Oliver e il pianista creolo Jelly Roll Morton, entrino anche loro in studio di registrazione, e l’estetica del jazz afroamericano venga documentata in cruciali incisioni. Ma anche se registrando solo pochissimi brani, sei in tutto, Kid Ory entra in sala di incisione già nel ‘22, e può quindi essere considerato il primo leader di colore del jazz di New Orleans e del jazz tout court a fissare la propria musica su disco.

Edouard “Kid” Ory nasce a Woodland Plantation, vicino a La Place, in Louisiana, il 25 dicembre 1886: è quindi più o meno della generazione di King Oliver e di una quindicina d’anni più anziano di Louis Armstrong. Ory è una sintesi della mescolanza etnica della Louisana: il padre è bianco di origini francesi, mentre la madre è di origini africane, spagnole e native. Ory cresce parlando francese, e comincia a suonare da bambino con strumenti a corda fatti in casa. Da ragazzino Ory guida una band di strumenti di questo genere che acquista una certa fama nella Louisiana sud-orientale: è intraprendente, organizza picnic con l’accompagnamento musicale del suo gruppo e per partecipare fa pagare il biglietto. Dagli strumenti fatti in casa passa a suonare il banjo, e questo probabilmente lo predispone allo stile cosiddetto tailgate che svilupperà sul trombone, in cui il trombone suona una linea ritmica sotto la front-line degli altri strumenti a fiato del jazz di New Orleans, cioè la cornetta o la tromba e il clarinetto.

Facendo visita alla sorella a New Orleans, Ory ha occasione di vedere le band afroamericane e le fanfare, e rimane affascinato dal trombone. Mette via i soldi e a tredici anni ne compra uno, il trombone di una banda militare della guerra civile, un trombone a pistoni. Viene anche notato da Buddy Bolden, la leggendaria figura del jazz delle origini di New Orleans di cui non sono rimaste tracce discografiche: Bolden lo vorrebbe ingaggiare, ma la famiglia pensa che Kid sia ancora troppo giovane e che è meglio che resti ancora a La Place.

Quando ha ventun anni, quindi più o meno nel 1907-1908, Ory infine si trasferisce a New Orleans. Nel frattempo però purtroppo Buddy Bolden è uscito di scena a causa dell’alcolismo e dei disturbi psichici. Ory lavora con alcuni della sua band di strumenti a corda, e sostituisce il vecchio trombone con un nuovo strumento, che a questo punto è un trombone a coulisse, il nuovo tipo di trombone che si diffonde all’inizio del nuovo secolo. Nella sua band entra il clarinettista Johnny Dodds, e in breve l’organico della formazione assume la tipica fisionomia dei gruppi del jazz di New Orleans.

Negli anni dieci quella di Kid Ory è una delle migliori band di New Orleans, e il trombonista ingaggia diversi dei personaggi più notevoli del jazz della città, come i cornettisti King Oliver e  Mutt Carey, come, oltre a Johnny Dodds, i clarinettisti Jimmie Noone e Sidney Bechet. Anche Louis Armstrong fa in tempo a suonare con Ory, prima che il trombonista, nel ’19, si sposti a Los Angeles.

Sono numerosi i musicisti di New Orleans che durante la prima guerra mondiale e negli anni successivi abbandonano New Orleans per cercare fortuna in città più importanti e che offrono più opportunità, e si è molto ragionato su questo esodo e sulle sue cause. Ma nel caso di Kid Ory sembra ci siano state di mezzo delle ragioni squisitamente personali: cagionevole di salute, asmatico, pare che Ory sia stato consigliato dal suo medico di spostarsi in un clima come quello della California. O invece – questa è un’altra ipotesi – nel ’19 viene chiamato a Chicago da King Oliver, ma in attesa di raggiungerlo va a Los Angeles, dove trova un’ottima occasione di lavoro e decide allora di trattenersi lì.

Quando nel ’19 arriva a Los Angeles, Kid Ory costituisce con musicisti di New Orleans la sua Original Creole Jazz Band, con cui suona a Los Angeles, San Francisco e Oakland fino al 1925. Realizzate a Los Angeles per la Nordskog, le incisioni del ’22 di Ory vengono poi vendute alla Sunshine Records, sui cui dischi la formazione del trombonista appare con i nomi di Sunshine Orchestra e Spike’s Seven Pods of Pepper Orchestra. La Sunshine Records era gestita da due fratelli, John e Reb Spike. Nel giugno del 1922 la band di Kid Ory accompagna in due brani la cantante di blues Roberta Dudley, e in altri due brani un’altra cantante di blues, Ruth Lee: con Ory sono Mutt Carey alla cornetta, Dink Johnson al clarinetto, Freddie Washington al piano, Ed Garland al contrabbasso e Ben Borders alla batteria. Poi nel luglio, esattamente con gli stessi musicisti con cui ha inciso al servizio delle due cantanti di blues, la formazione di Ory incide due brani strumentali che rappresentano degli esempi di tutto rispetto dello stile di New Orleans. I dischi della Sunshine Records, che furono solo tre, tutti e tre con la band di Kid Ory – due appunto con le cantanti e uno con i due strumentali – venivano venduti esclusivamente nel negozio dei fratelli Spike all’angolo fra 12esima Strada e Central Avenue a Los Angeles: i due brani strumentali che presentavano lo stile della compagine di Ory circolarono solo in 5mila copie, ma si trattò in ogni caso delle prime registrazioni realizzate da una band afroamericana di New Orleans. Firmato da Kid Ory, uno dei due strumentali era Ory’s Creole Trombone, che diventerà un grande classico, e che cinque anni dopo, con lo stesso Ory al trombone, sarà inciso dagli Hot Five di Louis Armstrong

https://www.youtube.com/watch?v=PWUkShQQwk4

Lo stile strumentale di Kid Ory si caratterizza per un suono molto consistente, per glissandi di grande respiro e per uno spiccato senso dell’umorismo: e attraverso Ory questa diventerà la cifra generale del trombone nello stile di New Orleans.

Malgrado il successo di Ory in California, per tutta la fase della sua permanenza a Los Angeles le incisioni del ’22 rimangono un episodio isolato. Poi nel 1925 Ory lascia la sua band a Mutt Carey e si sposta a Chicago, dove King Oliver si era stabilito già dal ’22 e dove aveva chiamato a raggiungerlo e a dare manforte alla sua Creole Jazz Band il giovane Louis Armstrong. A sollecitare Ory ad andare a Chicago sono sia Oliver che Armstrong. E’ stato osservato che Kid Ory può essere considerato una sorta di ponte, sia sotto un profilo generazionale che stilistico, fra il jazz delle origini più spontaneo, più selvaggio di Buddy Bolden e il jazz di Louis Armstrong: c’è appunto un dato generazionale, ma c’è anche una sorta di mediazione che la musica di Kid Ory opera a New Orleans fra il jazz appunto più intriso di blues e più grezzo del nero Buddy Bolden – per quello naturalmente che si può ipotizzare e ricostruire – e quello più sofisticato, educato delle band creole, composte da musicisti più professionali, che sapevano leggere la musica. E’ proprio grazie a questo dosaggio di elementi che Ory ottiene tanto successo a New Orleans, e che appare come una figura di transizione verso una nuova fase del jazz, il cui emblema sarà Louis Armstrong.

E’ proprio con gli Hot Five di Armstrong che Ory lavora quando nel ’25 arriva a Chicago: suonano regolarmente in un locale, il Dreamland, e nel novembre del ’25 incidono alcuni brani. Negli Hot Five Ory si ritrova assieme al clarinettista Johnny Dodds: oltre ad Armstrong alla cornetta e Lil Hardin – diventata moglie di Armstrong – al piano, al banjo c’è poi Johnny St. Cyr.

Le incisioni degli Hot Five sono fra i capolavori assoluti del jazz. Nel febbraio del ’26 Ory partecipa alla registrazione di altri sette brani degli Hot Five: tra questi Muskrat Ramble, un brano di Ory che avrà grandissima fortuna come standard nel repertorio jazzistico.

A Chicago l’attività di Ory è molto intensa. Ma curiosamente, malgrado sia una delle figure di spicco e di grande successo del jazz dell’epoca, Ory solo occasionalmente agisce in proprio, mentre lavora con numerosi leader, sia dal vivo che in studio di incisione. In effetti Ory si trovava bene in questo tipo di assetto lavorativo da diversi punti di vista, e uno di questi punti di vista era certamente quello dei soldi: Ory, che ai soldi era sensibile e sui soldi ci sapeva fare, aveva capito che poteva guadagnare di più come sideman di riguardo che come leader, oltre al fatto che ovviamente non facendo il leader poteva anche risparmiarsi un sacco di grane.

La scelta di Ory di agire prevalentemente come sideman, se impedisce di cogliere quale potesse essere in questi anni il suo indirizzo stilistico come leader, in compenso permette di apprezzarlo in diversi contesti. Di quanto Ory sia richiesto sulla piazza di Chicago dà un’idea il ritmo serrato delle sedute di incisione a cui partecipa. Fra il ’26 e il ’27 Ory si alterna fra sedute con gli Hot Five, con altre compagini guidate dalla – o comprendenti la – moglie di Armstrong, con formazioni di King Oliver e con i Red Hot Peppers di Jelly Roll Morton: e se Oliver è ormai in declino, gli Hot Five di

Armstrong e i Red Hot Peppers di Morton sono in quel momento il non plus ultra del jazz di matrice New Orleans. Ory suona anche in alcune sedute di una grande cantante di blues, Ma Rainey. Nel ’27 accompagna King Oliver a New York, dove Oliver ha un ingaggio.

Col ’28 però l’attività di Ory in studio di incisione si interrompe. Ha un ingaggio per lavorare al Savoy a New York con la band di Clarence Black, ma New York non gli va a genio. Nel ’29 il crollo di Wall Street ha i suoi effetti anche sull’industria discografica, con una drastica diminuzione delle sedute di incisione. Ory ripiega su Los Angeles, e riprende la sua carriera assieme al cornettista Mutt Carey. Lavora nei club della California, e al servizio di vari leader, ma con la Grande Depressione vede affievolirsi sempre di più i guadagni del lavoro dal vivo: oltre alle ripercussioni del crollo di Wall Street c’è anche un cambiamento di gusto, con l’avvento delle big band dello swing e il declino dei piccoli gruppi del jazz tradizionale. Fra il ’32 e il ’33 Ory sceglie di abbandonare completamente la musica. Pragmatico, oculato, Ory non viene, come tanti musicisti anche grandi (King Oliver, Bessie Smith…), messo in ginocchio dalla crisi: investe parte dei soldi che aveva risparmiato in un allevamento di polli in California, che gestisce assieme al fratello fino al ’39.

Alla fine del decennio, momento culminante dell’era dello swing, si assiste però anche ad un ritorno di interesse per il jazz delle origini e alla riscoperta dei suoi protagonisti. Dal ’39 al ’42 Ory lavora in un ufficio delle ferrovie. Poi nel ’42 Barney Bigard lo convince ad unirsi al suo gruppo, e Ory comincia a rientrare nel giro. Rimette insieme alcuni dei vecchi compagni, e inizia a essere presente sulle radio. La trasmissione radiofonica di un concerto destinato a celebrare i vecchi eroi del jazz tenutosi in un teatro di San Francisco in cui Ory si esibisce assieme a Bunk Johnson è nel ’43 l’evento che dà il via al revival del jazz tradizionale e si traduce anche nella prima registrazione di Ory dopo il ’28. Nel ’44 Ory viene fatto ascoltare – cinque minuti a puntata – dal popolare programma radiofonico The Orson Wells Almanac. E sempre nel ’44 Nesuhi Ertegun, futuro fondatore della Atlantic, crea l’etichetta Crescent con il precipuo intento di registrare la band di Kid Ory. Ory si rimette in moto a pieno regime e le sedute di registrazione ricominciano a susseguirsi a ritmo sostenuto, quasi come negli anni ruggenti di Chicago tra il ’25 e il ’27.

Qui brani di Kid Ory incisi nel ’44-45, con il trombonista anche in veste di gustosissimo cantante nel patois di New Orleans

https://www.youtube.com/watch?v=wuhaztcvmS0

Sull’onda del lancio assicuratogli dal programma radiofonico di Orson Wells, Ory si esibisce anche regolarmente nei club di Los Angeles. La musica suonata dalla rediviva Creole Jazz Band  di Ory non era molto distante dalla musica che si suonava a New Orleans quando Ory aveva lasciato la città nel 1919, salvo un maggiore spazio per gli assoli. Del resto se prendiamo la formazione della Creole Jazz Band per esempio nelle incisioni del settembre e novembre del ’45, e scorriamo i nomi, Mutt Carey alla tromba, il clarinettista Darnell Howard che aveva lavorato con Jelly Roll Morton, Buster Wilson al piano, Bud Scott al banjo, Ed Garland al basso e Minor Hall alla batteria, sono tutti autentici esponenti del jazz di New Orleans, e anche le formazioni che Ory guiderà negli anni successivi, fino ai primi anni sessanta, continueranno ad essere costituite in maggioranza da veterani di New Orleans. Nel ’47 Ory figura nel film New Orleans, una pellicola che sul piano cinematografico riflette il revival del jazz tradizionale.

Alla metà degli anni quaranta Ory è ormai sulla sessantina, e i musicisti delle origini come lui sono guardati come sorpassati dai modernisti che seguono il bebop, il nuovo rivoluzionario linguaggio del jazz che si afferma in quel periodo: lo stesso Armstrong patirà per molti anni il fatto di essere snobbato come un musicista antiquato. Ma Ory non se ne farà un problema, si godrà il rinnovato interesse da cui è circondato, e non reagirà con risentimento verso il nuovo, al contrario seguirà con interesse e apertura gli sviluppi della musica di cui era stato uno dei primi protagonisti.

Negli ultimi anni quaranta la sua popolarità cresce e la Creole Jazz Band del trombonista si consolida come formazione brillantemente rappresentativa del jazz d’epoca di New Orleans. La West Coast, base della sua attività, costituiva – in particolare San Francisco – uno dei poli più importanti del fenomeno del revival di New Orleans. Per anni una importante stazione radio fa ascoltare Ory settimanalmente da un Club dove il trombonista tiene banco.

Per tutti gli anni cinquanta Kid Ory continua a suonare in giro per gli Stati Uniti e a registrare; nel ’54 apre un club; nel ’56 e ’59 viene in Europa; solidarizza con successo, anche discograficamente, con un altro veterano, il trombettista Henry Red Allen. Il suo suono e la sua espressività sono ancora vivacissimi.

Il boom del jazz tradizionale prosegue fino ai primi anni sessanta. Nel ’61 Ory, ormai settantacinquenne, chiude la sua attività in studio di incisione. Nel ’66 si ritira alle Hawaii, ma non smette completamente di suonare. Nel ’69 si ammala di polmonite, ma si riprende abbastanza da poter due anni dopo, nel ’71, a 85 anni, partecipare al New Orleans Jazz Festival.

Protagonista tra i più amati della storia del jazz, Kid Ory muore a Honolulu nel gennaio del ’73.

Kid Ory in concerto a Parigi nel 1959

https://www.youtube.com/watch?v=06FEKDVxVe8 https://www.youtube.com/watch?v=yDGKKcu_C-c

 

 

 

 

  • Autore articolo
    Marcello Lorrai
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