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Al via il call center “anti gender”

Un telefono per denunciare l’omosessualità e la cultura transgender. E’ l’ultima trovata di Regione Lombardia che ha affidato all’Age, l’Associazione italiana genitori, la gestione di uno “sportello famiglia”, una sorta di sportello anti-gender che, stando alle parole dell’assessore alle Culture, Identità ed Autonomie, Cristina Cappellini, “costituirà anche un valido strumento di contrasto all’ideologia gender”. Un servizio che partirà in via sperimentale per 12 mesi, da settembre, alla riapertura delle scuole, durante i quali l’associazione che si è aggiudicata il bando percepirà 30 mila euro per la sua attività di monitoraggio. “Un’iniziativa surreale, che si occupino di contrastare bullismo omofobico e altre forme di discriminazioni”, ha commentato Gabriele Piazzoni, segretario nazionale Arcigay

Ascolta l’intervista a Gabriele Piazzoni

Gabriele Piazzoni arcigay

Chi è l’Associazione Italiana Genitori

Secondo suor Monia Alfieri, della Fidae (federazione delle scuole cattoliche), Age è “un’associazione molto fidata di genitori cattolici di ragazzi iscritti nelle scuole statali”. Che, sempre parole sue, “ha aiutato nell’organizzazione di tante manifestazioni a difesa della famiglia tradizionale”. Costituita nel 1968 per “difendere i valori etici della famiglia”, si è distinta negli ultimi anni per aver inventato la teoria del gender, tanto da essere stata tra i promotori della petizione “No al gender in classe”, lanciato per contrastare quella che considerano “una vera e propria emergenza educativa”. Una teoria, quella gender, che a detta di Fabrizio Azzolini, presidente nazionale dell’Age, si “insinua in modo subdolo in progetti extracurriculari proposti nelle scuole italiane”. Manco a dirlo, sono tra i più entusiasti organizzatori dei family day.

  • Autore articolo
    Alessandro Braga
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