Approfondimenti

L’impatto del voto a destra sull’Europa

L’Europa ha la febbre: una febbre che porta l’affermazione delle destre anti europee, xenofobe e ultra conservatrici.

Questa settimana potrebbe accendere due importanti campanelli d’allarme. Uno è già scattato e, sebbene la Svizzera non faccia parte del’Unione europea, l’eco delle elezioni elvetiche è risuonata fino a Bruxelles. L’ultradestra del partito Udc, vittoriosa alle elezioni, di “centro” ha solo il nome. In realtà si tratta di un partito di estrema destra, sul modello del Front National francese. Non ha caso la sua leader Magdalene Blocher, è già stata soprannominata la “Le Pen svizzera”. Tra l’altro, anche lei è figlia dello storico fondatore del movimento, il magnate di Zurigo Cristoph Blocher. Tutta la campagna è stata giocata sulla paura dell’invasione di migranti, allo slogan: “Restiamo Liberi”. L’altro cavallo di battaglia dell’Udc è l’eurofobia. Tutto ciò che è “europeo” è visto con ostilità perché minaccia l’identità e l’autonomia della Confederazione, nella narrazione politica blocherista.

Domenica si vota in Polonia. E se la Svizzera è in fondo un piccolo paese, qui la partita è ben più pesante: con i suoi 38 milioni di abitanti, la Polonia è il sesto paese per popolazione tra i 28 dell’Unione europea. E’ l’unico a non aver conosciuto neppure un trimestre di recessione dopo il 2008. Dal 2007 l’economia è cresciuta di oltre il 30%. Eppure, la Polonia attraversa una trasformazione politica decisamente orientata a destra. Lo scorso maggio Andrzej Duda del partito ultraconservatore “Diritto e giustizia” è stato eletto presidente. Un segnale che domenica potrebbe materializzarsi in una vittoria del suo partito.

“Diritto e giustizia” ha posizioni euroscettiche, si oppone all’introduzione dell’Euro e auspica un rafforzamento del controllo statale sul sistema bancario nazionale. Parte del suo elettorato sposa una sorta di nazionalismo religioso e condivide varie teorie cospirazioniste con una forte diffidenza verso la Germania. Il no all’immigrazione è – come è facile immaginare – l’altro grande cavallo di battaglia del partito guidato anche in questo caso da una donna, Beata Szydlo. Le previsioni della vigilia lo danno vincente, con un risultato vicino al 40%.

Questi sono i sintomi del disagio europeo, che a Bruxelles conoscono bene. Ma la malattia è ben più seria e negli ultimi anni non è stato fatto nulla per evitarla. Anzi, l’Europa ha fatto tutto il possibile per aggravarla. Le due questioni principali, le due grandi sfide che l’Europa si è trovata ad affrontare, sono la crisi greca e l’emergenza migranti. In entrambi i casi abbiamo assistito a un’Europa incapace di una visione comune. Tanto da far pensare a una crisi profonda dello stesso modello di Unione europea così come l’abbiamo conosciuta finora.

In una situazione del genere il marketing politico della paura affonda come una lama nel burro. Sulla Grecia si è sbagliato tutto quanto era possibile sbagliare fin dall’inizio. Era una piccola cosa, è stata fatta diventare, per incapacità, più ancora che per cattiva volontà, un caso mondiale, una mina sotto le poltrone delle ovattate stanze di Bruxelles.

Il pallino alla fine lo ha avuto in mano la Germania, con un’assenza assordante delle istituzioni europee, in primis di quel parlamento che non riesce a incidere nelle partite decisive. Sull’immigrazione il fallimento dell’Europa è ancora più clamoroso, oltre che più drammatico. Si è riusciti nel capolavoro di dare la sensazione dell’invasione e nel contempo di sbarrare le strade a suon di muri.

Cosa ha fatto l’Unione europea per affrontare l’esodo di migliaia di esseri umani dalla guerra e dalla fame? Prima ha fatto finta di niente, addossando ai soli paesi mediterranei il peso dell’accoglienza, dietro lo scudo di norme palesemente inadeguate come quelle del Trattato di Dublino. Poi ha discusso per mesi di quote, baloccandosi con numeri ridicoli di fronte a un fenomeno epocale come quello in corso.

Alla fine l’Europa ha quantomeno accettato il principio della cooperazione, ma troppo tardi e troppo poco. Con il risultato di alimentare la sensazione di essere invasi di fronte a governanti incapaci di decidere. E’ stata Angela Merkel a dare quel segnale e quel senso di visione politica che all’Europa è mancato. Confermando la Germania paese guida, nel bene e nel male.

Dunque l’Europa ha mancato le più grandi sfide che le si sono presentate, dopo quelle della Moneta unica e dell’allargamento degli anni Novanta. Rispetto a quella stagione il fatto più evidente è che manca una capacità di leadership e di progetto a lungo termine. La Commissione guidata dal lussemburghese Juncker è debole. Non riesce mai a fare da contraltare europeo alle pressioni dei governi nazionali. Il Parlamento di Strasburgo, come dicevamo, è afono. Ed è ostaggio della grande coalizione tra Popolari e Socialisti, nata dopo le elezioni proprio per fronteggiare l’avanzata delle Destre euroscettiche. Un piano che dimostra la sua miopia: Strasburgo va avanti a compromessi per tenere insieme i due grandi partiti.

E invece gli euroscettici si sarebbero potuti meglio affrontare con una chiara direzione politica che la grande coalizione non può dare. Restano quindi i governi nazionali. E qui, nel Consiglio europeo, a contare sono i rapporti di forza, al momento dominati dalla Germania. Angela Merkel è la leadaer indiscussa. Hollande è troppo debole per avere voce in capitolo. Renzi appare poco interessato alla ribalta europea. Se in Europa a dominare sono i rapporti di forza fra i governi nazionali, una svolta a destra nelle capitali va guardata con grande attenzione. Soprattutto se si parla di destra euroscettica, quando non addirittura eurofobica.

Le elezioni di domenica prossima in Polonia potrebbero essere un nuovo, forte allarme per Bruxelles. A patto che qualcuno lo senta.

  • Autore articolo
    Alessandro Principe
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR martedì 23/04 13:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 23-04-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 23/04/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 23-04-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 23/04/2024 delle 7:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 23-04-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di martedì 23/04/2024

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 14.00 alle 14.30. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 23-04-2024

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 23/04/2024

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 23-04-2024

  • PlayStop

    EUROPAMENTE - Al voto con l'Europa in testa - E3

    Che fine ha fatto il Green Deal? La lobby del fossile all'assalto della transizione verde, mentre l'Europa subisce già i disastri dei cambiamenti climatici - con Monica Frassoni, presidente European Alliance to Save Energy

    Clip - 23-04-2024

  • PlayStop

    Un 25 aprile Popolare - E14

    Milano capitale della Resistenza ospiterà un museo nazionale della Resistenza per capire cosa sarà e soprattutto come vuole raccontare il movimento di Liberazione, la lotta, la storia c'è un sito già al lavoro, ricco di proposte: www.museodellaresistenza.it. Un 25 aprile Popolare oggi vi racconta Posta San Paolo a Roma e uno dei suoi protagonisti

    Clip - 23-04-2024

  • PlayStop

    Cult di martedì 23/04/2024

    Oggi a Cult: le compagnie ATIR e Generazione Disagio e le loro iniziative per il 25 aprile; la regista Martina De Polo sul film "Flora", dedicato a una partigiana bambina; l'edizione 2024 di Milano Musica comincia con "Tierkreis" di K. Stockhausen al Teatro Menotti, da un'dea di Luciano Gottardi; il libro di Gianluca Peciola "La linea del silenzio" (Solferino ed.)...

    Cult - 23-04-2024

  • PlayStop

    Pubblica di martedì 23/04/2024

    La fiamma e il nemico antifascista. Il legame ideologico del partito di Giorgia Meloni col passato neofascista: dai simboli ai contatti pericolosi con il mondo dell’estrema destra eversiva (Pino Rauti, il generale Gianadelio Maletti). E poi l’idea guida sull’antifascismo di Fratelli d’Italia: l’antifascismo è quello militante e con le spranghe in mano (le dichiarazioni di Meloni e Lollobrigida sono lì a dimostrarlo). A Pubblica la storica Simona Colarizi (autrice di “La resistenza lunga. Storia dell’antifascismo 1919-1945”, Laterza 2023) risponde a diversi interrogativi, a partire dal caso Scurati e dalla censura in Rai. Che cosa racconta il legame di FdI con i vecchi simboli della destra? Qual è il segno delle politiche del governo Meloni? Conservatore, reazionario o liberista? E l’antifascismo?

    Pubblica - 23-04-2024

  • PlayStop

    Tutto scorre di martedì 23/04/2024

    "La fine degli anticorpi" nella convivenza civile. L'Italia democratica è rimasta per troppo tempo distratta? A cura di Massimo Bacchetta

    Tutto scorre - 23-04-2024

  • PlayStop

    Giorni migliori di martedì 23/04/2024

    Con Don Gino Rigoldi (per trent'anni cappellano del Beccaria) ragioniamo su quanto emerso nell'inchiesta della procura di Milano sulle violenze degli agenti penitenziari nel carcere minorile e con Luigi Mastrodonato analizziamo le inchieste sui maltrattamenti e le torture in carcere e l'inazione della politica. Il 25 aprile popolare ci porta a Roma a Porta San Paolo con la storia del partigiano Persichetti. I bambini di Gaza sono lo specchio della nostra fatica a vedere l'orrore della guerra ci racconta Cecilia gentile autrice di “Bambini all’inferno”. La terza puntata di EuropaMente a cura di Alessandro Principe oggi vi racconta il Green Deal con Monica Frassoni. La lotta delle scuole civiche di Milano contro i tagli del Comune spiegata dal portavoce dell'assemblea degli studenti Michelangelo Canzi. UN 25 APRILE POPOLARE oggi vi racconta Posta San Paolo a Roma e uno dei suoi protagonisti

    Giorni Migliori – Intro - 23-04-2024

  • PlayStop

    VALERIO VARESI - ESTELLA. LA VITA STRAORDINARIA E DIMENTICATA DI TERESA NOCE

    VALERIO VARESI - ESTELLA. LA VITA STRAORDINARIA E DIMENTICATA DI TERESA NOCE - presentato da Anna Bredice

    Note dell’autore - 23-04-2024

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di martedì 23/04/2024

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 23-04-2024

Adesso in diretta