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Nessuna verità sui 43 studenti desaparecidos

Da tre anni non si hanno notizie certe dei 43 ragazzi messicani spariti nel nulla in seguito a un agguato della polizia il 26 settembre 2014, a Iguala, nello stato di Guerrero. Gli studenti della Escuela Normal di Ayotzinapa, 200 chilometri più a sud, viaggiavano in autobus verso la capitale. All’altezza di Iguala sono stati attaccati dalla polizia: sei sono morti, 25 sono rimasti feriti, gli altri 43 rapiti. Desaparecidos.

Nel 2015 la Procura generale ha concluso che i giovani sono stati torturati e bruciati e ha indicato il luogo in cui potrebbero trovarsi i resti. Una versione che è stata smontata da inchieste giornalistiche, da indagini indipendenti e anche da prove scientifiche.

Il ricercatore all’Università di Leon Fabrizio Lorusso  ha seguito il caso sin dall’inizio. Esteri lo ha intervistato.

“L’inchiesta è praticamente ferma, come ha certificato il meccanismo di supervisione della Corte interamericana dei diritti umani. Il 30 agosto scorso, gli esperti della Commissione che ha affiancato le autorità giudiziarie sono tornati in Messico e hanno provato che ci sono ancora quattro punti fondamentali su cui non sono state fatte le necessarie investigazioni ufficiali:

1) il ruolo dell’esercito messicano, cioè la partecipazione attiva nell’attacco agli studenti del 27° battaglione, che era di stanza a Iguala nella notte del 26 settembre;

2) la polizia di Huitzuco, un paese a mezz’ora da Iguala, che è intervenuta nella desaparicion dei 43 studenti ma non è stata indagata;

3) i tabulati dei cellulari: 17 delle utenze telefoniche su cui sta indagando la polizia appartenevano agli studenti spariti. Alcune chiamate sono state realizzate dopo la notte del 26, cioè quando secondo la versione ufficiale gli studenti erano già stati bruciati con tutti i loro averi;

4) la pista narcotraffico: traffico di droga tra Iguala e Chicago come movente dell’aggressione. Su un quinto autobus occupato dagli studenti, che è stato occultato dalle autorità, c’era probabilmente un carico di droga, in particolare di eroina, da due milioni di dollari. Gli studenti non ne erano a conoscenza ma potrebbe essere stato questo il movente dell’attacco orchestrato dalle autorità e dai gruppi di trafficanti”.

Come viene ricordato questo anniversario in Messico?

“Ci sono state continue iniziative nel corso di questi tre anni. Quella di oggi, nel terzo anniversario, sarà la 36esima Giornata di azione globale per Ayotzinapa. In tutto il Messico sono previste manifestazioni e iniziative culturali. Anche nella capitale, nonostante sia stata colpita dal terremoto pochi giorni fa, ci sarà una camminata silenziosa organizzata dal movimento che sostiene i genitori dei 43 ragazzi”.

 

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    Redazione
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    Quando le povertà dei padri e delle madri ricadono sui figli e sulle figlie. In Italia il titolo di studio dei genitori condiziona le opportunità di di vita dei minori. La povertà educativa è diventata di fatto ereditaria. Sono gli ultimi dati dell’Istat a raccontare questa ingiustizia. Il 34% dei figli di genitori con un titolo di studio inferiore o uguale alla licenza media vive in condizione di “deprivazione materiale e sociale”. La percentuale crolla al 3% se i genitori sono laureati. L'ereditarietà della povertà educativa è anche un tradimento di un principio fondante della Repubblica. L’articolo 3 della nostra Costituzione, la seconda parte, assegna un compito preciso allo stato, e cioè quello di “rimuovere gli ostacoli” che limitano di fatto l’uguaglianza tra i cittadini. Un compito evidentemente non svolto, vista la permanenza della disuguaglianza. Pubblica ha ospitato oggi la sociologa Chiara Saraceno.

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