Approfondimenti

“Signor presidente Aliyev”

Signor Presidente,

sta per concludersi la fase inquisitoria del procedimento penale avviato a mio carico. Sarei colpevole di atti di teppismo (dei quali non esiste traccia nelle videocamere), compiuti nell’imminenza della mia partenza dall’aeroporto «Haydar Aliev» di Baku, per partecipare al Festival di Letteratura a Venezia, nei giorni 30 marzo -2 aprile. Stando all’accusa, avrei prima commesso un atto di teppismo, non registrato da alcuna telecamera, e poi, in una stanza sprovvista di telecamere, avrei sferrato a una guardia di frontiera un colpo a tal punto violento da lasciare segni di contusione sul suo corpo.

Naturalmente, non è credibile che un uomo fragile, di 78 anni, malato di cuore, abbia potuto esercitare tanta violenza su un giovane di 35 anni, prestante. Le confesso, Presidente, che io stesso non volevo credere a una mia incriminazione. Mi pareva che un’accusa tale andasse respinta, non dovesse usarsi nei confronti di uno scrittore che ha reso servizi eccezionali alla letteratura dell’Azerbaijan, ritenuto degno di alti riconoscimenti. Non nascondo, Signor Presidente, di aver sperato in un suo intervento in merito. Peccato che quelle speranze non abbiano trovato una realizzazione. Ho avuto semmai un’ulteriore conferma del disinteresse dei responsabili governativi per la garanzia di una mia esistenza tranquilla e per la prosecuzione delle mie attività.

Mi risulta difficile capire a chi e a che cosa l’invenzione di un simile incidente all’aeroporto possa giovare. Da qualche anno la mia famiglia è diventata obiettivo e vittima di ogni tipo di minaccia; era grande il mio bisogno psicologico di godere della possibilità di vivere libero nel mio paese. Purtroppo, sono stato costretto a ricredermi e la realtà ha evidenziato che quella campagna di denigrazione avviata contro di me e la mia famiglia è tuttora in corso. Tuttavia, secondo me, Signor Presidente, non sussisteva alcun bisogno di riavviare quella campagna.

In primo luogo perché il mio romanzo breve, intitolato Sogni di pietra, sottoposto a gravi accuse di tipo politico, da quel contesto politico era nel frattempo uscito, e aveva preso a vivere, come meritava, la propria vita oggettiva, priva di secondi fini. Quest’opera, in qualità di testo che veicola una visione estetica, era stata altamente apprezzata e pubblicata nel mondo intero da varie case editrici, estranee a ogni tipo di attività politica. Ero felice, in cuor mio, che l’opera si mettesse a disposizione non tanto di interessi nazionalisti, ma della tradizione letteraria nazionale dell’Azerbaijan, attraverso alti valori e ideali umanistici.

Potrei citare i nomi di tanti scienziati, artisti, politici famosi, i quali collocano questo lavoro nel novero di quelli composti sotto il segno dell’umanesimo e dell’amore per la pace. Ricevo ancora, da persone che vivono in diversi Paesi, via internet, lettere frequenti. In queste lettere, non richieste, risaltano i valori estetici di quelle pagine.

Un esempio: è impossibile leggere senza commuoversi la lettera arrivata proprio in questi giorni da Patrisia Patzelitova, attiva presso la cattedra di Letteratura russa e dell’Europa orientale all’Università di Bratislava: la studiosa ha tratto dal mio tormentato romanzo dapprima il materiale per un corso, in seguito per il dottorato. L’autrice di questa lettera dimostra così di essere lontana dalla volontà di provocare disordini e disseminare scontenti; senza operare poi differenze fra gli armeni e gli azeri comuni, alla lucida ricerca della natura letteraria del mio romanzo.

A mio modo di vedere, non è nemmeno giusto collegare all’Armenia la mia candidatura al Nobel per la Pace, presentata da tredici prestigiosi professori di diverse nazionalità. Nessuno tra gli artisti e gli scienziati che hanno sottoscritto quel documento vive e gioca con effimere passioni politiche. Sono da tempo convinto che se noi non vogliamo ascoltare il mondo, a sua volta quel medesimo mondo non vorrà ascoltare noi. Con altri elementi potrei dimostrare che Sogni di pietra è stato accolto con benevolenza da persone non tendenziose; potrei dimostrare quanto sia urgente la necessità di cambiare atteggiamento nei miei confronti da parte di chi detiene il potere sovrano in Azerbaijan. Quel cambiamento, però, non è avvenuto.

Al riguardo, il potere, fedele alla propria tradizione, ha voluto ribadire ancora una volta di non potere mai incorrere nell’errore. Io invece penso che anche il potere possa sbagliare, e che per nascondere tali sbagli possa nascondersi dietro la «collera del popolo».

Niente di cui stupirsi, qui. La storia, periodicamente, è testimone di incomprensioni tra artisti e politici, e a volte tali incomprensioni non sono prive di fondamenti né di cause. Se poi davvero la politica seguita dal potere fosse stata così esente da difetti, allora una piccola opera di tenore letterario (anche ammettendone errori e danni recati) non sarebbe stata in grado di stravolgere in modo talmente doloroso la vita ideologica di un Paese.

Signor Presidente: mai quanto oggi è forte il bisogno di introdurre nel Paese, accanto a quelle economiche, serie riforme politico-ideologiche. Non è difficile per me credere che questa opera, che mi ha esposto a tanti insulti e privazioni, abbia potuto creare problemi per l’ideologia dominante dell’Azerbaijan. Ma dissento fermamente con quanti sostengono che quest’opera rechi discredito al popolo azero. I protagonisti del romanzo, Saday Sadagli, il dottor Abbasov e il dottor Farzani sono personaggi contraddistinti da alti valori morali, capaci di sentire compassione nei confronti degli altri, a prescindere dalla loro identità nazionale o religiosa. Questi sono fulgidi rappresentanti del popolo azero, la sua inteligencija. Questi personaggi non possono in alcun modo denigrare la gente dell’Azerbaijan.

Ho 79 anni, ora. La vita che mi resta si misura in mesi e giorni, non in anni. A preoccuparmi, ben più della mia attività creativa e della mia personale esistenza, è la sorte della mia famiglia e dei miei figli, innocenti, e rimasti senza lavoro a causa della «colpa» del padre. Ovviamente, sarebbe ingenuo da parte mia credere che qualcuno, provando «pietà», offrisse un posto ai miei figli in un Paese di funzionari rapaci avvezzi a inchinarsi ad ogni comando, diversi dai robot solo per la loro insaziabile ingordigia e corruzione. Il fatto che tutti questi problemi e privazioni siano la conseguenza di una semplice opera letteraria, mi sembra un incubo.

Da tre anni, nel mio stesso Paese, sto vivendo in un’atmosfera di terrore psicologico, e assisto alla quotidiana violazione dei miei elementari diritti umani.

Anche le porte della mia casa di campagna sono sprangate. Si badi, non per una sorta di precauzione contro possibili gesti a me ostili compiuti dai miei compaesani: sono assolutamente sicuro che il loro atteggiamento nei miei confronti non è cambiato. Quelle porte sono chiuse perché, nella mia piccola patria, ad ogni passo sono preoccupato da possibili provocazioni ordinate da altri.

Anche lei, Presidente, sa forse che Sogni di pietra non è la prima opera pubblicata all’estero. Questo libro è la logica continuazione della mia opera, e non è colpa mia se il tema differisce da quello dei romanzi precedenti. Non è neppure colpa mia se all’estero sia giudicato con criteri differenti rispetto a quelli utilizzati in Azerbaijan.

Non è un caso che la casa editrice che l’anno scorso ha pubblicato Sogni di pietra abbia ora mostrato interesse nel pubblicare anche la mia trilogia degli anni ’60, Gli uomini e gli alberi. La raccolta delle mie opere, pubblicata a San Pietroburgo nel 2014, verrà ora pubblicata anche negli Stati Uniti. Sogni di pietra è considerato in molti paesi come il risultato di una sapiente prosa artistica.

Signor Presidente, io sono sempre stato una persona tranquilla, non mi è mai piaciuto creare scandali. Non sono neppure responsabile del fatto che questo “incidente” all’aeroporto abbia avuto una risonanza così forte nei media internazionali.

Questo appello a lei rivolto con la presente lettera, dettata dall’emozione, nasce dalla speranza e dalla convinzione che la sua parola può avere un ruolo decisivo nell’accertamento della verità, nella individuazione e punizione dei veri responsabili di questo fatto increscioso.

 

La lettera di Akram Aylisli è stata tratta dal sito dell’Osservatorio Balcani Caucaso

  • Autore articolo
    Osservatorio Balcani Caucaso
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR venerdì 29/03 9:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 29-03-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 29/03/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 29-03-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 29/03/2024 delle 7:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 29-03-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Note dell’autore di venerdì 29/03/2024

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è letteratura, saggistica, poesia, drammaturgia e molto altro. Tutto concentrato in sei minuti, più o meno il tempo di un caffè!

    Note dell’autore - 29-03-2024

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di venerdì 29/03/2024

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 29-03-2024

  • PlayStop

    Non vedo l'ora di venerdì 29/03/2024

    Non Vedo l'Ora, ma nonostante questo iniziamo con calma! Poi appena riprendiamo conoscenza, dopo un caffè, due chiacchiere e della buona musica, vi racconto le cose per cui NON VEDO L'ORA di stare ogni giorno con voi!!

    Non vedo l’ora - 29-03-2024

  • PlayStop

    Serve & Volley di venerdì 29/03/2024

    Musica e parole per chiudere in bellezza il palinsesto dei giovedì! Con Marco Sambinello e Niccolò Guffanti.

    Serve&Volley - 28-03-2024

  • PlayStop

    Labirinti Musicali di giovedì 28/03/2024

    Finita la quasi quarantennale militanza domenicale della “classica apertura”, la redazione musicale classica di Radio Popolare ha ideato un programma che si intitolerà Labirinti Musicali: ovvero un titolo generico da contenitore di storie, aneddoti, curiosità legate tra di loro da un qualsivoglia soggetto/percorso/monografia proposto da uno di noi in forma di racconto, con ascolti ad esso legati, sempre con buona alternanza di parole e di musica. Uno spazio radiofonico che può essere la storia di un disco, un libro, un personaggio anche famoso, ma proposta da angolazioni nuove, curiose. Non una lezione, quasi una confidenza all’orecchio di un ascoltatore. I labirinti sono luoghi reali e circoscritti, e allo stesso tempo irreali: sono la sorpresa, sono l’incontro, sono l’imprevisto…e anche la musica è qualcosa che si muove in uno spazio acustico-temporale ben determinato, qualcosa che ci stupisce e sparisce dietro un angolo per poi farci ritornare al punto di partenza senza avere avuto il tempo di memorizzarne il percorso melodico, armonico, ritmico. Ci perdiamo nella musica proprio come in un labirinto, e la ritroviamo nei meandri più nascosti della mente… Viviamo in un labirinto di idee diverse nel quale ognuno di noi deve trovare un proprio spazio, e per uscire da questo labirinto dobbiamo affidarci alla nostra ragione…e al potere semantico della musica. Nel Medioevo si diceva che il labirinto è come la vita, e la vita come un labirinto. Ma nel labirinto non ci si perde, nel labirinto ci si trova. Con la complicità della musica.

    Labirinti Musicali - 28-03-2024

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 28/03/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 28-03-2024

  • PlayStop

    Musiche dal mondo di giovedì 28/03/2024

    Musiche dal mondo è una trasmissione nel solco della lunga consuetudine di Radio Popolare con la world music – da prima che questa discussa espressione entrasse nell’uso internazionale – e in rapporto con World Music Charts Europe. WMCE è una iniziativa a cui Radio Popolare ha aderito e partecipa dall’inizio: una classifica europea realizzata attraverso il sondaggio mensile di animatori di programmi di world music su emittenti pubbliche, aderenti all’Ebu, appunto l’associazione delle emittenti pubbliche europee, ma con qualche eccezione come Radio Popolare, che è una radio privata di ispirazione comunitaria. Nel 1991 l’EBU sondò la Rai, per coinvolgerla in WMCE, ma la Rai snobbò la proposta. Però all’Ebu segnalarono che c’era una radio che sulle musiche del mondo aveva una certa tradizione e che probabilmente avrebbe risposto con interesse… L’Ebu si fece viva con noi, e Radio Popolare aderì entusiasticamente. Ormai quasi trent’anni dopo, WMCE continua e Radio Popolare continua a farne parte, assieme ad emittenti per lo più pubbliche di ventiquattro paesi europei, fra cui la britannica BBC, le francesi Radio Nova e RFI, le tedesche WDR, NDR e RBB, l’austriaca ORF, Radio Nacional de Espana, la russa Echo of Moskow, la croata Radio Student. Attraverso WMCE, Musiche dal mondo riceve annualmente centinaia di novità discografiche inviate dalle etichette o direttamente dagli artisti, dal vintage dell’Africa nera al canto di gola siberiano, dalle fanfare macedoni al tango finlandese: proponendo musica che difficilmente le radio mainstream fanno ascoltare e di cui i media correntemente non si occupano, Musiche dal mondo è una trasmissione per la salvaguardia e lo sviluppo della biodiversità musicale.

    Musiche dal mondo - 28-03-2024

  • PlayStop

    Live Pop di giovedì 28/03/2024

    Ogni giovedì alle 21, l’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare ospita concerti, presentazioni di libri, reading e serate speciali aperte al pubblico.

    Live Pop - 28-03-2024

  • PlayStop

    Quel che resta del giorno di giovedì 28/03/2024

    I fatti più importanti della giornata sottoposti al dibattito degli ascoltatori e delle ascoltatrici. A cura di Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro

    Quel che resta del giorno - 28-03-2024

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 28/03/2024

    1-Monito dell’Onu: “ la fame a Gaza potrebbe equivalere a un crimine di guerra” Dall’ Aja la Corte internazionale di giustizia ha ordinato a Israele di garantire un'assistenza umanitaria urgente. L’ Irlanda ha annunciato che parteciperà alla causa avviato dal Sudafrica contro Israele. 2- Intanto l'esenzione dalla leva per gli ebrei ortodossi sta creando forti problemi al governo del premier Netanyahu che ha nella sua maggioranza due partiti religiosi. 3-Francia. Il Parlamento ha approvato una risoluzione che chiede al governo il riconoscimento e la condanna del massacro degli algerini l 17 ottobre 1961 a Parigi. 4- Lo Yemen rimane una delle più gravi emergenze umanitarie al mondo. L allarme lanciato da Oxfam a nove anni dall'inizio del conflitto 5- Nicaragua. Settimana santa di repressione per il secondo anno consecutivo. Vietate le processioni a Pasqua 6- La canzone di protesta che l'IDF ha cercato di mettere a tacere. A più di 40 anni dal sequestro della copia originale da parte delle forze israeliane, “The Urgent Call of Palestine” di Zeinab Shaath sarà ristampato.

    Esteri - 28-03-2024

Adesso in diretta